Visibilità delle Donne in azione verso il cambiamento!
di Luisa Di Vita, 5LX
Fin
dal 2015, su iniziativa dell’ONU, l’11 febbraio si celebra la
Giornata Internazionale delle Donne e delle Ragazze nella scienza.
Questa ricorrenza ha come obiettivo non solo la riconoscenza dei
meriti femminili nel progresso scientifico, bensì anche la
sollecitazione a una maggiore affluenza delle donne in questo ambito
favorendone l’uguaglianza di genere, che non è stata ancora
raggiunta a causa di stereotipi e pregiudizi che ostruiscono e
paralizzano le carriere femminili.
Quest’anno l’Ambasciata di Francia in Italia e l’Institut Français
Italia hanno organizzato il convegno “I giovani incontrano
straordinarie donne di scienza europea”, in modo da contribuire a
rafforzare la presenza femminile nel mondo scientifico e sostenere
le ragazze nell’intraprendere studi del settore.
L'evento, tenutosi venerdì 11 a Palazzo Farnese (Roma) tra le 15 e
le 17 in diretta streaming sia in Francese che in Italiano, ha visto
la partecipazione alla tavola rotonda di 3 donne scienziate
brillanti e straordinarie, modelli di riferimento femminili: Claudie
Haigneré, prima astronauta donna europea a visitare la stazione
spaziale internazionale nel 2001, Alessandra Sciutti, ricercatrice
presso l’Istituto Italiano di Tecnologia nonché responsabile del
laboratorio di Robotica Cognitiva ed Interazione della Robotics,
Brain and Cognitive Science Unit, Chiara Montanari, ingegnere e
prima donna italiana a capo di spedizioni in Antartide presso la
base Concordia. Moderatrice del dibattito, Paola Antolini,
giornalista e antropologa, celebre a livello europeo.
Dopo una veloce introduzione di Christophe Lemoine, ministro
consigliere dell’ambasciata di Francia in Italia, la conferenza è
iniziata con l’intervista alla prima ospite, Claudie Haigneré. Per
omaggiarla, il CNES, agenzia spaziale francese, ha prodotto un video
di presentazione, nel quale si mostrava la carriera della
scienziata: astronauta per ben 2 missioni spaziali, medico
reumatologa, ricercatrice in neuroscienze, il percorso della
Haigneré si è dimostrato certamente complesso ma incentrato sulla
curiosità e sulla sua grande volontà, risultando essere un grande
spunto per le nuove generazioni. Ed è proprio sulla curiosità che la
diplomatica ha focalizzato il suo discorso, dichiarando che solo
quando si è in preda alla curiosità, si può andare oltre, spingersi
ai propri limiti e, soprattutto, aprire quelle porte che in assenza
di stimolo, rimangono chiuse. La sua curiosità nasce proprio nel
1969. Il primo sbarco sulla Luna influenza la sua adolescenza e la
esorta a partecipare al bando del CNES, riuscendo a rientrare tra i
7 candidati designati su 1000. Da lì in poi, Claudie Haigneré ha
aperto la strada del cielo per le donne europee, nel 1996 sulla
stazione russa MIR, e nel 2001 sulla stazione spaziale
internazionale. Avere avuto il privilegio di viaggiare nello spazio
ha trasformato non solo lei stessa ma anche lo sguardo degli altri
su di lei: “Si ha l’impressione di ottenere solo successi, ma una
lezione da ricordare è quella di avere sempre un approccio
collaborativo, continuare ad avere voglia di fare di più.”
In seguito, l’intervista si sposta su Chiara Montanari,
ambasciatrice della base italo francese Concordia, situata in
Antartide. Anche la carriera dell’ingegnere nasce per la curiosità,
o meglio da un atto di impulsività scaturita dalla sua tesi di
laurea, che progettava un impianto ad alta efficienza, ideandolo al
Polo. Dopo un anno e mezzo dal suo arrivo in Antartide, l’impianto è
stato effettivamente realizzato e lei ne è diventata direttrice del
cantiere, inventandosi un mestiere nuovo, l’interface manager.
Ovviamente, l’Antartide è un regno dominato da ritmi estremi della
natura, si tratta di un salto nell’ignoto, caratterizzato da una
deprivazione sensoriale, poiché l’estremo fa parte del territorio
che ha le sue proprie regole. Malgrado ciò, Chiara Montanari si
innamora del luogo perché può essere percepito come metafora del
mondo contemporaneo, proprio per la sfida dell’imprevisto. Questo
può essere una fonte di apprendimento, per sentirsi vivi ma,
soprattutto, per reagire e spingersi oltre i limiti.
Per concludere, la parola passa ad Alessandra Sciutti, responsabile
dell’unità CONTACT- Architetture Cognitive per Tecnologie
Collaborative presso l’Istituto Italiano di Tecnologia- che lavora a
stretto contatto col progetto dell’umanoide iCub. Dopo aver
completato il liceo, i dubbi sul futuro la inducono verso
l’università di Bioingegneria a Genova per una maggiore probabilità
di lavoro, ed è lì che scopre il fascino della Neuroingegneria,
ovvero come comprendere il cervello umano tramite la robotica
umanoide. I robot sono la nuova frontiera e lavorare insieme a loro
rivela molto sull’essere umano, infatti trasferire le nostre
capacità su una macchina ci esorta a scoprire cose nuove e porci
altre domande. La dimensione sociale, come il comprendere lo stato
d’animo di qualcuno attraverso uno sguardo, un robot non sa
percepirla. Per questo motivo, Sciutti intende interessarsi ai
meccanismi sensoriali e motori alla base della comprensione
reciproca nell’interazione umana, in modo da progettare un robot che
sappia interagire in modo naturale con gli umani.
Questo incontro, in definitiva, mette in evidenza che, per
affrontare le sfide globali e favorire il progresso, bisogna
diminuire il divario tra uomo e donna, valorizzare il talento di
tutti e la collaborazione. È necessario infine, incoraggiare i
giovani, specialmente le ragazze, verso le materie scientifiche che
aprono molte porte. Sebbene una mancanza nella predisposizione, ciò
non deve essere un ostacolo, perché si deve seguire la propria
passione che dà il coraggio per andare avanti e continuare a
crescere.