LE STRAGI DEI CIVILI AL SUD e L'ECCIDIO DI PIETRANSIERI

Valentina Russo, Giuliana Di Vita, Andrea Lo Mascolo, Alice Costanzo. 5D

 
CONTESTO STORICO
L'occupazione dell'Italia da parte delle truppe naziste e dei reparti militari della Repubblica sociale italiana tra 1943 e 1945, nell'ultima fase della seconda guerra mondiale, ha provocato più di diecimila vittime tra la popolazione civile.
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INIZIO DELLE STRAGI

La penetrazione tedesca in Italia, dall'estate del 1943, trasforma il territorio nazionale in uno dei fronti principali della guerra tra esercito del Reich ed eserciti angloamericani. Le popolazioni dei territori invasi si trovano “tra due fuochi” finendo coinvolte in numerose stragi, a volte come vittime dette “collaterali”. Fin dal luglio del 1943 – quando l'alleanza tra Italia e Germania è ancora in vigore, si manifesta la violenza da parte dei tedeschi nelle sue forme più brutali, , che si rendono responsabili di stragi ed eccidi di “inermi”. Nei 20 mesi in cui si sviluppa la lotta resistenziale, gli occupanti tedeschi, spesso assistiti attivamente dai collaborazionisti fascisti (i quali non esitano, in numerose occasioni, a rendersi protagonisti in modo autonomo dell'esercizio della brutalità) infieriscono nei confronti della popolazione, dei partigiani, dei soldati disarmati, delle minoranze religiose e degli ex prigionieri.
stragi STRAGE DI LIMMARI - PIETRANSIERI


stragiMonumento ai Caduti di Limmari

Uno dei primi episodi di violenza nazista fu l'eccidio di Pietransieri compiuto dalle forze di occupazione naziste in Italia il 21 novembre 1943 a Pietransieri, provincia dell'Aquila.
I tedeschi si accanirono in un primo momento contro il bestiame razziato, mitragliato e abbandonato nei boschi circostanti. In un secondo momento i nazisti rastrellarono gli abitanti inermi che si trovavano fra i casali di Limmari e li trucidarono.
Le vittime furono 128: tra esse 34 bambini al di sotto dei 10 anni e un bimbo di un mese. Alcuni fuggirono nel bosco ma i soldati aprirono il fuoco così da ucciderli tutti, tranne due bambini, Virginia Macerelli e Flavio De Matteis, entrambi gravemente feriti. I cadaveri restarono a lungo abbandonati nella boscaglia, nelle radure, fra le rovine dei casali, sepolti dalla neve sino all'estate del 1944. Scampò alla strage una sola superstite, Virginia Macerelli, una bambina di sei anni che si salvò perché protetta dal corpo della madre e ritrovata dalla nonna la mattina dopo, che però non riuscì a prendere anche l’altro bambino che morì lì.
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CConclusioni: Molti episodi di violenza, che avrebbero dovuto essere indagati nel dopoguerra dall'autorità giudiziaria al fine di giungere all'individuazione di presunti responsabili da sottoporre a processo, sono stati illecitamente tenuti nascosti, con i fascicoli d'indagine occultati nei locali della procura generale militare, a Roma. Tali fascicoli, rinvenuti nel 1994, rappresentano uno dei più imponenti e gravi occultamenti avvenuti nella storia dell'Italia repubblicana. Le cause del loro nascondimento sono state oggetto di indagini da parte di una commissione interna alla magistratura militare e di una commissione parlamentare d'inchiesta.
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