Un buon riconoscimento ai paesi produttori. Concorrenza con le
sette Sorelle?
La politica energetica di Enrico Mattei
Giada Randazzo, Giulia Sinagra, Martina Chinnici, Anta Lannino, Roberta Lannino, Alberto Lo Nigro e Giulia Di Piazza 5D
Mattei
è l’uomo dell’energia e delle risorse, l’uomo che ha letteralmente
fatto il pieno all’Italia, con estrazioni di metano e petrolio.
Uno gran lavoratore, partito da fattorino e arrivato a sfidare le
famose e famigerate Sette Sorelle, le grandi compagnie petrolifere
americane che si spartivano l’oro nero e i suoi enormi profitti; le
multinazionali in fondo sono sempre esistite anche se con
declinazioni diverse, e non gradivano affatto di fare patti con uno
come Mattei.
Mattei creatore dell’ENI – Ente Nazionale Idrocarburi – ne diviene
presidente. Sotto la sua ala, una specie di cabina di regia per il
settore energetico del paese, vengono raccolte Agip (petrolio), Snam
(gas metano), Anic (chimica per l’agricoltura), Liquigas (gas
liquefatto in bombole), Nuovo Pignone (attrezzature meccaniche per
l’industria) e Romsa (raffineria di oli minerali). Soprattutto, per
garantire all’Italia il fabbisogno di petrolio necessario ad
alimentare il boom economico e consolidare la ricostruzione post
bellica, Mattei va a cercare il petrolio dove ci sono i più grandi
giacimenti del mondo, Nord Africa e Golfo Persico, stringendo
accordi con i paesi in via di sviluppo, ma anche con lo Scià di
Persia. La sua formazione di politico democristiano, la sua abilità
nelle trattative e il suo animo da visionario, lo porta a stringere
accordi nuovi e molto promettenti: capisce che bisogna incentivare i
produttori e gli lascia il 75% delle royalties, che con altri erano
al 5%.
Un uomo solo contro le multinazionali del petrolio?
Enrico Mattei a colloquio con esponenti della Repubblica Popolare Cinese [fonte: archivio storico Eni]
Gli altri, nemmeno a dirlo, sono i cartelli
internazionali del settore, nel quale Mattei entra con l’impatto di
un meteorite. Quelle che lui definisce argutamente le Sette sorelle,
e che avevano fino ad allora il monopolio di produzione e
distribuzione del carburante, la prendono molto male. Si tratta di
Exxon, Shell, British Petroleum, Mobil, Chevron, Gulf e Texaco. A
parte la Shell, olandese, e la British, britannica, le altre cinque
erano tutte società statunitensi. Giá Nel 1957, Mattei fu definito
dagli americani qualcosa di molto simile ad un “pericoloso
comunista”, visto che tra l’altro nel frattempo aveva preso le parti
della resistenza algerina contro il colonialismo francese. Il padre
dell’Eni mette in discussione il monopolio delle multinazionali del
petrolio, butta all’aria gli equilibri politici creati dagli
americani in Italia nel dopoguerra e tutto questo, secondo tutti,
non poteva restare senza conseguenze. Un uomo solo contro alcune tra
le più potenti lobby del mondo di allora e di oggi. Anche e
soprattutto per questo, non sono ancora svanite le ombre dietro
all’incidente di Bascapè: soprattutto, l’ombra dei 100 grammi di
Compound B, l’esplosivo che secondo la perizia postuma era stato
collocato nel cruscotto del bireattore per spezzare il volo di
Enrico Mattei.