GIOVANNI PAPARCURI: LA REALTA’ DELL’ANTIMAFIA
testo di Viviana Realmonte e Claudia Zangara, 4F; intervista di Mattia Mattina, Luca Marrone e Nicole Contorno 4D; Albanese Sara, Currieri Giulia e Aurora Garito 5F
VISITA AL BUNKERINO E INCONTRO CON IL SUO IDEATORE di MARIA CRISTINA LUCANIA 5 F
PALERMO, 20 GENNAIO 2023 - Gli studenti dell’Istituto Magistrale
Statale Regina Margherita hanno avuto l’occasione e la fortuna di
incontrare uno dei collaboratori dei giudici Falcone e Borsellino
nella lotta contro la mafia, Giovanni Paparcuri, nonché ex autista
della scorta del magistrato Rocco Chinnici.
“La
lotta alla mafia non è fatta solo di processi ma di uomini”- Così
afferma Giovanni Paparcuri, che parla ai ragazzi ispirandosi al
magistrato Chinnici, cercando di essere diretto e conciso, di farsi
ascoltare e far comprendere che dietro le figure eroiche
“idealizzate”dei magistrati, troviamo soltanto persone che svolgono
il loro dovere o, se così possiamo chiamarla, la loro missione.
Paparcuri racconta senza filtri la sua testimonianza, dimostrando di
conoscere minuziosamente le persone con cui lavorava e condividendo
i minimi particolari che solo qualcuno coinvolto in prima persona
come lui può conoscere , come le sue ferite tutt’ora presenti
risalenti al giorno dell’attentato di Chinnici (29 Luglio 1983), le
sensazioni forti provate al momento dell’esplosione, l'atteggiamento
protettivo e rispettoso di Chinnici nei confronti della scorta, e
persino il dover convivere con la domanda "perchè mi sono salvato io
e non gli altri?", con la consapevolezza che avrebbe dovuto
sopportare questo peso ma allo stesso tempo trarne insegnamento.
In seguito al tragico evento e al periodo di convalescenza,
Paparcuri racconta come abbia deciso con fermezza di continuare a
lavorare
nonostante
gli fosse stata offerta la pensione anticipata, perchè, come afferma
egli stesso, "arrendersi avrebbe fatto vincere la mafia e io non
potevo comportarmi da vigliacco e tradire così i miei amici".
La sua svolta avvenne grazie a Giovanni Falcone e Paolo Borsellino,
che lo scelsero per le sue capacità nell'informatica e gli diedero
la possibilità di rinascere, continuando a contribuire alla loro
battaglia, agevolando le indagini. Inoltre, in questo modo potè
conoscere il lato più umano e fraterno dei due giudici, che spezzava
la forte tensione quotidiana. Dopo la morte dei due giudici,
Paparcuri decise di creare un museo dedicato a queste due figure da
esempio per preservare la loro memoria e continuare a trasmettere
l'ideale di giustizia e legalità; Attraverso la sua esperienza, e
quindi, il suo mestiere la lotta alla mafia, ha reso evidente la sua
incessante forza di continuare a combattere, nonostante le
difficoltà e pericoli, e il suo desiderio di non tirarsi indietro,
esortando a non dimenticare e agire di fronte alla violazione del
bene sia individuale che collettivo. Giovanni Paparcuri può essere
considerato un grande uomo proprio come i suoi compagni di vita.
Sopravvissuto alla strage di Rocco Chinnici e diventato poi lo
storico consulente informatico del pool antimafia, Paparcuri è stato
l'anima del museo Falcone Borsellino realizzato sei anni fa dall'Anm
di Palermo nell'ufficio del Tribunale, al piano ammezzato, in cui
lavorarono i due magistrati.
In particolare, questa esperienza ci ha fatto riflettere sul valore
della determinazione che questi uomini hanno portato avanti con
grande dedizione e senso del dovere, affrontando con perseveranza e
assiduità le avversità che ogni giorno si presentano ai loro occhi
senza avere paura di esporsi in nome della legge e della giustizia.
L'incontro con Paparcuri ha permesso agli alunni di conoscere delle
vere e proprie testimonianze in merito ai tragici eventi
accaduti,come quello della strage di Rocco Chinnici, dando loro la
possibilità di prendere spunto e lasciarsi ispirare da esempi
viventi di uomini che sacrificano la propria vita per il bene della
comunità.
VISITA AL BUNKERINO E
INCONTRO CON IL SUO IDEATORE
Due
eventi importanti hanno arricchito la consapevolezza della nostra
classe circa il fenomeno della mafia e sulle figure dei due
magistrati G.Falcone e P.Borsellino : la visita al museo
“Falcone-Borsellino” chiamato anche “Bunkerino”, presso il tribunale
di Palermo giorno 12 Dicembre 2022, e l’incontro avvenuto nella sala
teatro dell’IMS “Regina Margherita” di Palermo con Giovanni
Parparcuri ideatore e fondatore del museo, nonché autista
sopravvissuto del giudice Chinnici giorno 20 Gennaio 2023.
Entrambi gli eventi hanno lasciato un segno ben chiaro e visibile
nella coscienza di ognuno di noi.
Poter entrare all’intero delle stanze dove hanno lavorato i due
volti simbolo della lotta contro la mafia e di come l’aria che
circondava quelle stanze fosse resa più leggera dall’ umanità e dal
carisma dei due uomini e amici fu un’esperienza molto toccante,
soprattutto per noi palermitani che di mafia ne sentiamo parlare
continuamente senza mai avere delle occasioni reali che ci
permettano di capire chi fossero Falcone e Borsellino.
Tuttavia, la visita al bunkerino non fu come mi aspettavo poiché
vennero raccontati due magistrati eroi e non due uomini, gli aspetti
carismatici ed umani di Falcone e Borsellino li abbiamo potuto
apprendere soltanto con l’incontro in sala teatro.
Come racconta G. Paparcuri “entrambi i magistrati non erano eroi, ma
soltanto uomini con la forza di portare avanti il loro lavoro e la
giustizia”.
Fin da bambini siamo stati abituati ad ascoltare la loro storia
sotto un profilo eroico, un po' come “eroi con la toga”, e proprio
l’affermazione di Paparcuri, che conosceva bene i due giudici, mi ha
fatto riflettere molto “non erano eroi”, cosa avrebbe voluto
significare? Non sono eroi eppure sono morti per la giustizia, per
la loro città, se non sono loro gli eroi allora chi sono? La scarsa
attenzione di chi non ha finito di ascoltare il discorso potrebbe
implicare queste domande, anche lecite… ma Paparcuri lo disse, forse
anche per questo: egli durante l’incontro volle mantenere non solo
un linguaggio più vicino all’udienza, ma soprattutto volle spostare
l’attenzione dalle figure di due giudici che hanno fatto il loro
lavoro bene, con impegno e senza mai rifiutarsi, a quella che fu la
loro umanità e il carisma. Aspetti che solo chi conosce bene le
persone di cui si parla può raccontare con passione e commozione.