ALLA MEMORIA DI ENRICO MATTEI, L'UOMO DELLA RINASCITA
IL QUOTIDIANO IL GIORNO e la strategia per la comunicazione

Giorgia Benfante e Anita Di Maria 3D

foto del 1915foto del 1915 tratta da: https://centroculturaleacqualagna.it/1906-nasce-luomo-del-futuro/

Enrico Mattei nasce il 29 aprile 1906 in provincia di Pesaro.
Le ristrettezze economiche della famiglia lo spingono a cercare sin da giovane un’autonomia economica, tanto che nel 1923 entra come garzone alla conceria Fiore. La sua carriera nell'azienda è molto rapida: prima operaio, poi aiutante chimico e infine direttore del laboratorio. Grazie al miglioramento della propria posizione riesce anche ad aprire un negozio di stoffe per la madre, ma presto, cominciano a sentirsi gli effetti della crisi economica e gli affari peggiorano: la conceria chiude, Mattei si trasferisce a Milano dove apre con i propri fratelli un piccolo laboratorio di oli emulsionanti, fino a quando non fonda l'Industria Chimica Lombarda. Nel maggio 1943 incontra Giuseppe Spataro, esponente della Democrazia Cristiana, che lo aveva introdotto al nuovo partito. Il 25 luglio 1943, si unisce invece a Marcello Boldrini e ai gruppi partigiani attivi. Tornato a Milano riprende i contatti con la Democrazia Cristiana locale che lo nomina comandante del Corpo Volontari per la libertà. Alla fine della guerra civile Mattei viene incaricato di provvedere alla sostanziale privatizzazione degli asset energetici dell'Agip, nonché Azienda Generale Italiana Petroli, costituita nel 1926 dallo Stato italiano per sviluppare una propria attività petrolifera. Mattei sceglie però di non seguire questa indicazione, per realizzare un obiettivo per lui fondamentale: garantire al Paese un'impresa energetica nazionale, in grado di assicurare quanto serve ai bisogni delle famiglie a prezzi più bassi rispetto a quelli degli oligopoli internazionali. Raddoppia quindi la perforazione dei pozzi, sfrutta al meglio la ricerca mineraria, sceglie le alleanze necessarie. Riesce finalmente a realizzare ciò che si trovava solo nella sua mente nel 1953 con l'istituzione dell'Eni. Costruisce infatti una rete di collaboratori capaci di muoversi sulla scena internazionale: questo diviene uno dei punti di forza della sua azione. La sua morte avviene il 27 ottobre 1962: il suo aereo diretto a Linate, precipita a Bascapè in provincia di Pavia.

Il suo pensiero politico
Il suo pensiero politico fu importante per la storia del nostro Paese in quanto si divideva in due direzioni apparentemente divergenti: il Realismo politico ed il Neomarxismo. Il suo fine era il bene comune dello Stato italiano e riguardo a ciò, la sua visione rientrerebbe tra le caratteristiche che definiscono il realismo classico. La centralità dello Stato può essere ben rappresentata dall’atto fondativo dell’Eni come ente pubblico e dalla volontà di Mattei di rendere la holding pubblica il braccio operativo dell’Italia, al fine di garantire la sicurezza energetica, che negli anni del boom economico si è scoperta essere fondamentale. Un altro aspetto ereditato dalla dottrina realista è la mancanza di fiducia nei confronti degli organismi internazionali. Lui pensava che la disponibilità di energia evidenzia lo sviluppo di un popolo e poteva emanciparlo (tale elemento risulta oggi di stringente attualità data la situazione del conflitto tra Russia e Ucraina). Per quanto riguarda la seconda corrente ideologica, ovvero il neomarxismo, potrebbe sembrare divergere con la prima, ma in realtà la completa. Infatti Mattei compara l’emarginazione dell’Italia con quella dei Paese del terzo mondo, ricchi di risorse di cui però non usufruiscono,ma di cui vengono privati risultando di fatto sfruttati dai paesi più avanzati dal punto di vista industriale. La sua figura è centrale in quanto osò sfidare la potenza multinazionale delle “sette sorelle”, nonché società petrolifere che controllavano la produzione e la commercializzazione del petrolio. Per riuscire a far disporre l’industria italiana di energia a basso costo, decise di allinearsi con i paesi mediterranei che possedevano le risorse essenziali, andando contro le “sette sorelle”.
simbolo dell'ENI, azienda fondata da Mattei come evoluzione della vecchia AGIP.

Il giornale

prima paginaLa nascita de “Il Giorno” avviene il 21 aprile 1956. Questo nuovo giornale, fondato da Enrico Mattei, aveva una impaginazione molto mossa su otto colonne, un titolone di apertura a tutta pagina, una vignetta di Cummings tratta dal Daily Express e anche all'interno proseguiva con quel tono spigliato, sino al Diario di Milano, dove due cronisti di punta come Giancarlo Galli ed Ettore Masina pronunciavano vivaci e polemiche inchieste. Nasce con l’intenzione di dar vita ad un nuovo quotidiano che fosse d'appoggio alla linea politica ed economica da lui espressa. Mattei era fortemente osteggiato dalla grande industria privata, che non gli lesinava critiche, anche attraverso i giornali. Decise quindi di fondare un proprio quotidiano per rompere l'accerchiamento e controbattere agli attacchi. Tale giornale puntava a costituire un’alternativa: era dedicato a coloro che non amavano il Corriere della Sera. Il Giorno si distingue da esso anche nella forma: un esempio è l’abolizione della terza pagina culturale. Inoltre all’interno è anche prevista una novità, nonché una pagina intera di economia e finanza.

Ma quella più ardita è sicuramente quella dedicata a fumetti e giochi.
L’offerta informativa è vasta, formata da otto pagine a colori stampate in rotocalcografia. Per i primi tre anni il giornale ha problemi di raccolta pubblicitaria: le grandi industrie, infatti, non vogliono apparire sulle pagine del «Giorno». La situazione si sblocca nel
1959 quando Oscar Maestro, offre al Giorno la "pace degli zuccherieri" in cambio della gestione pubblicitaria del quotidiano. Nell'estate 1959 il Giorno si è già collocato tra i maggiori fogli nazionali, raggiungendo le 150 000 copie. Nello stesso anno diventa noto al pubblico come il vero proprietario del quotidiano sia lo Stato.