La politica energetica di Enrico Mattei
Martina Lombardo, Chiara Mandracchia e Marta Mandracchia 3°D
Entico
Mattei fu un imprenditore, politico e dirigente pubblico italiano.
Garantire all’Italia l’indipendenza energetica fu la formidabile
sfida lanciata da Enrico Mattei nel secondo dopoguerra, prima
all’interno delll’AGIP (Azienda generale Italiana Petroli), dove era
stato nominato nel 1945 commissario liquidatore, per continuare poi
come presidente dell’ENI,. Determinato com’era, una volta ottenuta
la nomina di commissario liquidatore dell’AGIP cambiò
definitivamente le sorti dell’azienda, la quale, secondo i piani del
nuovo governo repubblicano, su imposizione dei paesi vincitori della
Seconda guerra mondiale, doveva essere liquidata per fare posto agli
interessi delle imprese americane. Mattei, spinto da un fervente
spirito nazionalista, portò avanti il suo piano e, dopo aver
convinto De Gasperi a favorire i suoi progetti, riuscirà nel 1953 a
costituire quella che ancora oggi è la più grande azienda italiana:
l’Ente Nazionale Idrocarburi che incorporò l’AGIP. Cosi facendo
Mattei rivendica tenacemente il ruolo fondamentale dello stato
nell’economia, - uno stato imprenditore che agisce sul libero
mercato per produrre sviluppo duraturo - e attribuisce all’ENI,
impresa pubblica al servizio della nazione, la funzione sociale di
coniugare il profitto con la diffusione di un maggior benessere per
la collettività. Inizialmente ottiene dalla Banca Commerciale
Italiana moltissimi finanziamenti permettendo così all’AGIP di
accaparrarsi numerose
concessioni sulle ricerche, che la vedono confrontarsi con le grandi
compagnie americane. Nel 1956 l’ENI svolge un’intensa attività di
perforazione per la sua espansione e registra una serie di successi
in tantissime parti d’Italia, soprattutto in Sicilia e in Abruzzo.
Mattei si attiva anche per la ricerca nel sottosuolo marino. Il
successo della nuova attività si raggiunge nel 1959 a Gela dove si
stabilisce il primo pozzo off-shore. Grazie a questa nuova strategia
di sviluppo, l’ENI diventa più competitiva, valorizza la sua
immagine. Nonostante ciò per trovare nuove risorse energetiche
Mattei uscì dai canali ufficiali, controllati dagli Stati Uniti, e
per recuperare fonti di energia cominciò a trattare direttamente con
Paesi ricchi di petrolio come Libia, Marocco, Iran ed Egitto.
Mattei e Abderahim Bouabid, ministro dell'Economia del Marocco,
firmano l'accordo petrolifero del 1958
Gli accordi con questi Paesi prevedevano la cessione agli stessi
del 75% dei profitti, il coinvolgimento di questi nel processo
produttivo e la qualificazione della forza lavoro locale. Un
atteggiamento che consentirà a Mattei di cogliere le istanze di
emancipazione dei paesi produttori, dove erano già in atto processi
di decolonizzazione, per siglare accordi che prevedevano un nuovo
sistema di spartizione dei profitti, con la partecipazione dei paesi
produttori alle scelte di gestione dei giacimenti, e condizioni
vantaggiose circa proprietà di suoli ed estratto. Il successo della
formula Mattei entrò però in conflitto con le grandi compagnie
petrolifere, “le sette sorelle” (Exxon, Mobil, Texaco, Standard oil
of California, Gulf oil, l’anglo-olandese Royal Dutch Shell e la
britannica British Petroleum) che ai Paesi del Medioriente offrivano
al massimo i 50% dei profitti. Gli obiettivi di Mattei in Italia ed
all’estero provocarono preoccupazioni. Mattei rappresenta una
minaccia per gli obiettivi della politica che gli Stati Uniti e la
Gran Bretagna intendono perseguire in Italia. Questo successo
suscitò preoccupazione e contrasti anche nella stessa Italia dove
pure ambienti politici e industriali erano sostenuti dai
finanziamenti di Washington. Mattei nel 1960 concluse anche un
accordo con l’Unione Sovietica che prevedeva il rifornimento di
petrolio in cambio di merci italiane. Infine Mattei si schierò
per l’indipendenza dell’Algeria (ricca di petrolio) dalla Francia.
Stava concludendo un accordo con l’Algeria quando morì.
Erano le 18:40 del 27 ottobre del 1962 quando il bireattore
Morane-Saulnier, su cui stava viaggiando da Catania a Milano,
precipitò in discesa verso l’aeroporto di Linate. A Bascapè, in
provincia di Pavia.
Concludendo possiamo dire che la politica energetica di Mattei fu
diversificata e innovativa volta a cambiare l’economia e la politica
internazionale del nostro Paese.