LA COLAZIONE PEDAGOGICA
di Flora Fiori 2E
Tutti
pensano che la prima colazione sia un momento da dividere in
famiglia: dal Mulino Bianco ad oggi abbiamo imparato, prima, che
c’era una famiglia di quattro persone che si riuniva solo al
mattino; poi, che ci possono essere anche famiglie allargate che si
riuniscono al mattino non per tirarsi le stoviglie ma per
condividere qualcosa di dolce.
Nessuno, però, ha mai fatto una “colazione pedagogica” come quella
che ha organizzato il professore Carlo Baiamonte martedì 6 dicembre
2022!
E' stata una colazione in cui ciascuno degli studenti ha preparato o
portato qualcosa da condividere con i compagni, in cui la dolcezza
ha fatto da padrona, in cui il vero piacere non è stato soddisfare
le pance vuote di 28 adolescenti affamati ma dividere tra compagni i
cibi preparati o portati.
Così a riempirsi sono stati i cuori, e non di “cose” materiali, ma
di sensazioni come la solidarietà, l’allegria, l'armonia tra amici!
Abbiamo condiviso uno spazio, come l’aula scolastica, pensato per il
“sacrificio” e, invece, improvvisamente, diventato capace di
ospitare anche la giovialità.
Ma fino a qui si è trattato solo di colazione. In un secondo
momento, dato che i pancini erano ormai riempiti, la colazione è
diventata pedagogica: ci siamo riuniti in un cerchio e, ad uno
stimolo verbale del professore consistente in una parola, ciascuno
di noi è stato invitato ad attribuire un aggettivo che fosse
afferente allo stimolo offerto dall’insegnante.
La seconda fase consisteva, invece, nell’attribuire un aggettivo a
ciascuno dei nostri compagni al centro del cerchio, come se il
compagno in questione non fosse presente: ed è stupefacente ma, in
una classe così numerosa, non sono venuti fuori improperi!
La terza ed ultima fase consisteva nell’immaginare la vita di
ciascun compagno al centro del cerchio, proiettata in un futuro
lontano, in base all’immaginario del gruppo.
Anche qui ci sono stati
tanti
spunti assolutamente originali ai quali, probabilmente, nemmeno i
diretti interessati avevano mai pensato perché guardarsi con gli
occhi degli altri è forse anche un modo per conoscere se stessi e,
se non altro, apre un varco sui nostri “io” possibili oltre a quelli
conosciuti.
Insomma, devo dire che non ci avevo mai pensato ad una colazione
pedagogica ma, da quel giorno in avanti, mi sono successe alcune
cose: intanto ho cominciato a pensare ai miei compagni e a me stessa
in un modo diverso da come li avevo visti fino a quel momento.
E poi mi sono venute in mente tante possibili variazioni su questo
tema: potremmo organizzare una cena sociologica, un pranzo
antropologico, una merenda psicologica…
Insomma il cibo può essere un legame gioioso da condividere, ma può
essere anche uno spunto interessantissimo per la conoscenza.