Pino Caruso va in scena al teatro Biondo col
“Berretto a sonagli” di Pirandello.
La redazione dello Strillone lo intervista per i suoi
lettori.
Essere siciliani ha influito negativamente nella sua
carriera artistica ?
No, anzi quando ho fatto presente a molti miei colleghi
di essere siciliano, loro mi hanno stimato di più.
Inoltre penso che in ogni paese si abbiano cose da
raccontare, anche un milanese si fa carico delle sue
esperienze e delle sue storie per poterne fare tesoro.
Non pensa che verso noi siciliani ci siano dei
pregiudizi?
No, bisogna vedere le cose da una diversa angolazione,
ovvero quella che Palermo non ha mai dato tante
possibilità e risorse per conseguire la carriera di
attore. Soprattutto quando io ero più piccolo quando
l’idea di diventare un attore era ritenuta scandalosa.
Lei che ha lavorato sia in ambito cinematografico che
teatrale, trova delle differenze?
Inoltre può dirci se ha delle preferenze?
Sicuramente se fai cinema o teatro indifferentemente
devi essere un bravo attore. L’unica differenza è che
mentre nel teatro per imparare una parte bisogna
esercitarsi una settimana; nel cinema, non essendoci un
rapporto diretto con il pubblico, si può ripetere la
medesima scena fin quando non risulterà buona. Io
preferisco il cinema per motivi di pigrizia, anche se
non sarò mai ripagato dal calore del pubblico che da il
teatro.
Lei cosa voleva fare a tredici anni?
Il prete, perché in realtà vedevo la messa come uno
spettacolo teatrale, non rendendomi conto di voler fare
l’attore fin dalla tenera età. Inoltre ciò era dovuto al
fatto che essendo nato a Ballarò il mestiere dell’attore
mi era sconosciuto.
Si è ispirato a un modello nella sua vita artistica?
No. Ho sempre pensato che una persona debba essere se
stessa per dare il meglio e per arrivare al pubblico. Il
modello può essere utile per valorizzare se stessi, fino
ad arrivare a creare una propria identità.
Che ruolo interpreta in questo spettacolo?
Interpreto il ruolo del protagonista, Ciampa.
Si rispecchia nel suo personaggio?
No! Ciampa è un cornuto.
Che rapporto ha con Pirandello, dato che il suo debutto
è avvenuto con esso?
Un rapporto di familiarità e al contempo di stima, per
una persona ricca di saggezza che è riuscita a cogliere
i difetti dell’uomo che nel tempo non sono cambiati, ciò
che è cambiato è il contesto sociale.
Qual è il suo segreto?
Leggere, leggere, leggere. Leggere di tutto e sempre.
Quando ero giovane leggevo di tutto: le targhe delle
macchine, i biglietti dell’autobus ecc.
Cosa ne pensa del nichilismo dei giovani?
Il nichilismo è un sentimento, il sentimento del non
voler far nulla, del non volere agire, abbandonandosi a
se stessi. Basti pensare alle clip musicali che parlano
di mostri, burroni e in generale della paura. Sembra che
tutti vivano in un sogno. E da questo la gente o
guarisce o si ammazza.
Qual è tra i cinque sensi quello fondamentale per un
attore?
Sono sicuramente tutti essenziali.
Le è mai capitato di essere ansioso prima di ogni
spettacolo?
Emozionarsi è bellissimo, può diventare energia, ma non
mi sono mai sentito ansioso tranne quando ho recitato
nel comico, dove la reazione del pubblico è maggiore.
Grazie per il tempo che ci ha dedicato.
Gambino Salvatore e Calcavecchia Chiara
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