Riunione tenuta dal Prof.Antonino Cusumano
La Tunisia è stata terra di immigrazione dell’Italia. Pochi storici
si sono occupati di queste ricerche. In Tunisia i siciliani hanno
dato vita ad ogni attività e servizio,come la posta e le prime
tecniche agricole.
Nella seconda metà dell’800,sotto il protettorato francese, la
Tunisia continua ad essere colonia italiana e Tunisi diventa un
intenso centro culturale. Molti siciliani da qualsiasi provincia
dell’isola, presero il traghetto per immigrare in Tunisia
trasferendo interi nuclei familiari chiamati “Klefet” tribù.
Abitanti di Agrigento, Cefalù,Roccapalumba costruirono delle vere
città e fecero progredire le tecniche di agricoltura.
In Tunisia professavano liberamente il loro culto
cattolici,musulmani ed ebrei. Ancora oggi vi è una chiesa in Tunisia
con dentro tre differenti scompartimenti dove sono adorate tre
madonne una per ciascuna differente città siciliana di provenienza.
In Tunisia si creavano così delle piccole Sicilie. Quando nel 1956
la Tunisia ebbe l’indipendenza vi erano 87.000 italiani.
Il Mediterraneo è il grande bacino in cui si sono incontrati i vari
popoli.
Esistono due Mediterranei: la riva nord deforme definita “pancia
gonfia e testa piccola”; invece la riva sud definita “pancia vuota e
testa enorme”.
La Sicilia è considerata luogo, non solo di guerre Puniche, ma
soprattutto di scambi commerciali.
E’ molto importante ricordare come in Tunisia vi fossero 6.ooo
italiani che frequentavano scuole livornesi, pisane e sarde. A
Lampedusa dalla metà del 500 fino alla prima guerra era possibile
vedere marinai, cristiani e musulmani. Oggi Lampedusa sembra
convivere, guardarsi e incontrarsi, con due figure emblematiche:il
turista e l’immigrato. Ancora oggi Nord e Sud di Lampedusa
continuano a combattere una”guerra fredda”.
Gli italiani si stanno abituando a trasformare il nome “clandestino”
che diventa il segno dell’alterità, viene criminalizzato senza che
abbia commesso alcuna azione criminale. Oggi sono i maghrebini a
gettarsi nelle nostre acque e non più i contadini siciliani ad
andare in Tunisia. L’immigrazione oggi non si può spiegare se non si
considera il passato, e vedremo che non esistono culture non
contaminate.
Gli immigrati ci fanno dubitare di noi stessi, della nostra
cultura;confrontandosi con loro,ogni individuo riflette sulla sua
identità. La loro presenza è ingombrante ,sembra dare voce alle
insicurezze di ognuno. La loro presenza però aiuta a spostare lo
sguardo dell’osservatore fuori di sè. L’immigrato è una cartina
torna sole della nostra società,poiché ne fa notar i punti deboli e
quelli forti. La loro presenza sembra dare voce alle nostre paure.
L’immigrazione è una leva del cambiamento.
Anche gli italiani sono stati clandestini. Pensiamo al fatto che
essi non erano voluti neanche nella terza classe dei treni.
Scoprendo le diversità scopriamo chi siamo. L’immigrazione ci rivela
quello che è presente nell’inconscio collettivo, guardando il nostro
avvenire.
La popolazione tunisina e maghrebina si è insediata negli anni
sessanta a Mazzara, quando un centinaio di famiglie trovavano lavoro
nelle imbarcazioni. È importante ricordare come le nuove generazioni
siano maggiormente predisposte a creare nuovi rapporti e si
registrano atteggiamenti più aperti.
Sonia Z., Maria Z., Sonia R., Chiara R., Nunzia P., Luigia P.
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