Riunione tenuta dal Prof.Fulvio Vassallo Paleologo
L’immigrazione clandestina è l’ingresso di cittadini stranieri in
violazione delle leggi di immigrazione del Paese di destinazione.
Gli immigrati sono mossi dalla ricerca di condizioni di vita
migliori perché spesso i Paesi di provenienza sono poveri oppure in
quei Paesi non vengono rispettati i diritti civili. L'immigrazione
clandestina, così come quella regolare, è un fenomeno di cui sono
oggetto generalmente i Paesi più ricchi. Si tratta spesso di flussi
misti nell’ambito dei quali si spostano sia migranti che rifugiati,
seguendo rotte e modalità di trasporto simili. Tali spostamenti
vengono definiti irregolari poiché spesso avvengono senza la
necessaria documentazione e di frequente coinvolgono trafficanti di
esseri umani.
Le persone che si muovono in questa maniera spesso
mettono a rischio la propria vita, sono obbligate a viaggiare in
condizioni disumane e possono essere oggetto
di sfruttamento ed abuso.
Nell'agosto del 2009 anche in Italia è entrato in vigore il reato di
immigrazione clandestina, reato già previsto negli ordinamenti
giuridici di altri stati europei quali Gran
Bretagna, Francia e Germania.
Gli immigrati clandestini seguono vie illegali per raggiungere il
paese di destinazione, e si affidano molto spesso a malavitosi che
sono indicati come schiavisti che gestiscono vere e proprie tratte
degli esseri umani. Un esempio sono i cosiddetti scafisti che
ammassano enormi quantità di persone su imbarcazioni di scarsissima
qualità e sicurezza (le carrette del mare) che partono dalle coste
settentrionali dell'Africa e arrivano nei Paesi mediterranei:
l'Italia è una delle mete preferite perché il tratto dall'Africa
alla Sicilia e in particolare a Lampedusa è molto corto rispetto
agli altri possibili. Questi scafisti si fanno pagare con ingenti
somme di denaro in cambio della speranza di una nuova vita, e spesso
sono alleati con varie organizzazioni criminali oltre che, con
complicità di parte della polizia del Paese d'origine.
Gli immigrati, essendo entrati illegalmente, non possono entrare nel
mondo del lavoro “ufficiale”. Pertanto, arrivati a destinazione,
vengono spesso sfruttati da datori di lavoro senza scrupoli che li
usano come manodopera a basso costo, approfittando del fatto che
sono facilmente ricattabili a causa della loro posizione irregolare.
I clandestini sono gli immigrati più soggetti alle accuse di
abbassare i salari medi e di togliere il lavoro alla popolazione
italiana peggiorandone la qualità della vita, poiché la loro
manodopera è a basso costo.
Molti clandestini finiscono anche nella rete della criminalità
organizzata, che li sfrutta per svolgere il cosiddetto “lavoro
sporco”.
Nel Mar Mediterraneo e nell'Oceano Atlantico, verso le Canarie sono
annegate 8.315 persone. Metà delle salme (4.255) non sono mai state
recuperate. Nel Canale di Sicilia tra la Libia, l'Egitto,
la Tunisia, Malta e l'Italia le vittime sono 2.511, tra cui 1.549
dispersi. Altre 70 persone sono morte navigando dall'Algeria verso
la Sardegna. Lungo le rotte che vanno dal Marocco, dall'Algeria,
dal Sahara occidentale, dalla Mauritania e dal Senegal alla Spagna,
puntando verso le isole Canarie o attraversando lo Stretto di
Gibilterra, sono morte almeno 4.091 persone di cui 1.986 risultano
disperse.
Inoltre, il mare non si attraversa soltanto su imbarcazioni di
fortuna, ma anche su traghetti e mercantili, dove spesso viaggiano
molti migranti, nascosti nella stiva o in qualche container. Anche
qui le condizioni di sicurezza restano bassissime: 146 sono i morti
accertati per soffocamento o annegamento.
Per chi viaggia da sud il Sahara è un pericoloso passaggio obbligato
per arrivare al mare. Il grande deserto separa l'Africa
occidentale e il Corno d'Africa dal Mediterraneo. Si attraversa sui
camion e sui fuoristrada che battono le piste tra Sudan, Chad, Niger e Mali da
un lato, e Libia e Algeria dall’altro.
Qui dal 1996 sono morte almeno 1.587 persone.
In Italia l'immigrazione clandestina è alimentata soprattutto da
tutti quegli stranieri che, entrati nel Paese regolarmente, restano
dopo la scadenza del visto o dell'autorizzazione al soggiorno. Il
numero degli arrivi negli ultimi anni è altalenante, ma la maggior
parte degli sbarchi è avvenuta sulle coste siciliane.
In Italia, ultimamente si è tentato di eliminare l'immigrazione alla
fonte, con degli accordi con i Paesi di origine e ,specialmente, con
la Libia, dove a spese dello Stato italiano molti immigrati sono
stati rimpatriati per poi essere portati nei loro Paesi di origine,
spesso dell'Africa subsahariana o centrale.
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Matteo Di Fiore, Emanuele Attardi, Benedetta Coco IVR
SOMMARIO DEL 2°NUMERO