Intervista a cura di Chiara Biondo - 4 Z
Il
27 ottobre a Palermo, presso la Sala Conferenze IRCAC di via
Ausonia, si è tenuto un congresso sull’alimentazione intitolato “Le
tre A della salute: Alimentazione, Attività fisica, Ambiente”.
Durante gli eventi si è avuta l’opportunità di intervistare degli
esperti in materia, tra cui Davide Bruno, personalità molto
importante che lavora nel campo della sicurezza alimentare. Il suo
lavoro consiste nello svolgere dei controlli sull’affidabilità dei
cibi trattati.
Perché la sicurezza alimentare è importante?
“Perché quando si trattano i cibi, quindi quando vengono
trasformati, per esempio, attraverso la conservazione in cella
frigorifera, si incorre in vari rischi di contagio. Per questo è
importante controllarli con molta attenzione. Per prevenire le
possibili contaminazioni alimentari si seguono dei protocolli di
sicurezza, come l’HACCP, che prevede di controllare la conservazione
e l’utilizzo delle materie prime in ambienti come ristoranti o
cucine di bar”.
Come fa a riconoscere se un alimento è buono o meno?
“Attraverso il protocollo HACCP ci sono varie regole da seguire per
evitare che un prodotto soggetto a scadenza si possa alterare
durante la sua conservazione; un esempio è il controllo delle celle
frigorifere, che devono avere una temperatura precisa. Anche il
controllo dei piani di lavoro esige una certa attenzione nelle
procedure di sanificazione, perché nel momento in cui si poggia del
cibo su un piano d’acciaio o su un tagliere bisogna stare attenti se
quel piano di lavoro sia sanificato o meno. Oggi ci sono dei
prodotti per la sanificazione previsti dai presidi
medico-ospedalieri che consentono di abbattere la carica batterica.”
Lei
si occupa di tutti questi controlli da solo?
“No. Un ristoratore si può affidare a un laboratorio di biologia o
di analisi, oppure può fare un controllo HACCP in autogestione,
avendo prima seguito un corso a riguardo, e quindi, dovrà essere
munito di campioncini, reagenti, tamponi e tutto il materiale
necessario.”
Quali esperienze ha avuto facendo questi controlli? Sono
stati rilevati alcuni problemi in qualche locale?
“All’interno di un ristorante che fa 200 coperti al giorno non è
semplice gestire in modo asettico l’ambiente di lavoro. Perché si è
a contatto con vari tipologie di cibi, oltre che elementi esterni
che possono essere patogeni. La gestione di una cucina quindi non è
semplice, perché si devono prendere anche abitudini come lavarsi
sempre le mani, utilizzare guanti in lattice o il cappello da
cucina. Tuttavia oggi la maggioranza dei laboratori di cucina
rispetta le norme igienico-sanitarie, rispetto agli anni scorsi. Se
si parla di fast food questi controlli non sono previsti, dato che
carne, pesce e frutta vengono venduti all’aria aperta fra smog,
mosche, tubi di scappamento ecc., e personalmente non lo trovo
giusto”.
Sono stati rilevati alcuni problemi in qualche locale?
È a favore o sconsiglia di comprare cibo negli stand all’aperto?
“Non lo sconsiglio, ma se si fa attenzione ai vari mercati storici,
per quanto siano folcloristici, si può notare che le norme
igienico-sanitarie non vengono rispettate. Eppure mai nessuno ne
parla, ma ci si dovrebbe fare caso.”
Come si può capire se un locale non è a norma sulla
sicurezza alimentare prima di provare il suo cibo?
“Quando si entra in un locale si ha la percezione di pulito, e si
valuta dai piani di lavoro, dal bancone, dalle vetrofanie, come
vengono presentati i prodotti e anche attraverso l’odore. Un altro
modo che permette di avere la percezione di pulito sono i bagni.
Questi sono sempre i biglietti da visita per i clienti”.