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PRIMO NUMERO ANNO 2018

Capitale dell’Europa - Il Centro Storico di Palermo - Agnese Messina - classe IIIX

palermo 2018



Palermo Capitale della Cultura, con molta probabilità, offre un’occasione che non si ripeterà più. Città millenaria, ricca di storia.
Il capoluogo dell’isola potrebbe trasformare questo evento in un appuntamento di respiro mondiale; valorizzando, ad esempio, ciò che fino ad oggi è stato un problema parzialmente risolto negli ultimi vent’anni: il Centro storico della città.
Cosa potrebbe offrire il Centro storico di Palermo al progetto di una città che si è candidata a diventare una delle “Capitali” d’Europa?
Innanzitutto, il Centro dovrebbe “raccontare” al Vecchio Continente e al mondo la propria storia.
Palermo è una città regale, è già una “Capitale”: si tratta solo di “raccontarsi” bene. Il Centro storico, nella propria articolazione, ancora oggi presente e visibile, è già di per sé storia e cultura.
Tra la fine del 1500 e i primi anni del 1600 gli spagnoli vollero l’asse di via Maqueda, che taglia il Cassaro in senso longitudinale. E’ allora che si formarono le quattro aree del Centro storico, che oggi prendono il nome di mandamenti.
Ogni mandamento è contrassegnato da una propria storia fatta di architetture, di monumenti, di mercati, di tradizioni: in una parola, da una propria cultura. E in ogni mandamento del Centro storico, accanto alla cultura, c’è la tradizione religiosa. Ogni mandamento, infatti, fino al 1624, aveva una propria Santa protettrice.
Facciamo alcuni esempi: la Kalsa, che non è altro che il Mandamento Tribunali, aveva come patrona Sant’Agata con il suo stemma rappresentato dal fiore della rosa; l’Albergheria, ovvero il mandamento di Palazzo Reale, era protetto da Santa Cristina e il suo stemma era un serpente verde in campo d‘oro; il Seralcadio, il mandamento Monte di Pietà, veniva protetto dalla forza di Santa Ninfa con uno stemma che rappresentava Ercole, intento a battere il leone.
Il quarto mandamento è Castellammare o La Loggia, protetto da Sant’Oliva, che aveva come stemma la casa reale d’Austria.
Nel 1624 le quattro Sante passano in secondo piano, sostituite in blocco da Santa Rosalia, la “Santuzza” di Palermo per antonomasia.
Basterebbe già raccontare questo, magari con qualche “pennellata” sugli albori di Palermo, la storia antichissima di una città che vede la luce in un porto naturale: da qui il nome di Palermo, che letteralmente significa “Tutto porto”, passando dai fenici ai romani, dai bizantini agli arabi, dai normanni ai tedeschi di Federico II e via continuando con le dominazioni che hanno lasciato segni ancora oggi visibili.
Palermo “Capitale” della Cultura? In Europa non mancano certo città ricche di storia e di cultura: ma Palermo non è inferiore a nessuna.
Si è parlato del Mandamento Monte di Pietà. Ebbene, si pensi a un possibile itinerario culturale solo per questo mandamento: la Cattedrale della città, il Palazzo della Curia Arcivescovile, il Museo Diocesano, il Teatro Massimo, la chiesa di Sant’Agostino, la chiesa dei Diecimila Martiri, porta Carini che si apre sul mercato storico del Capo, il Teatro Montevergini e la stupenda chiesa della Concezione al Capo. Tutto questo in un solo mandamento.
Si pensi al mandamento di Palazzo Reale: c’è lo stesso Palazzo Reale, sede del Parlamento siciliano e della Cappella Palatina, monumento unico al mondo. E qui si si contano altri luoghi della cultura: Piazza Vittoria, Villa Bonanno, la chiesa di San Giovanni degli Eremiti, la chiesa di Casa Professa, l’Oratorio di San Giuseppe dei Teatini, proprio ai Quattro Canti di città, la Chiesa di San Francesco Saverio e SS. Salvatore nel corso.
E che dire del mandamento Tribunali? Ecco la Kalsa, con i suoi misteri e, a due passi, Piazza Marina, con Palazzo Chiaramonte Steri, in un tempo sede della Santa Inquisizione spagnola, lo Spasimo e la Martorana, San Cataldo e il complesso monumentale di Santa Caterina.
Quindi il quarto mandamento: Castellammare. Ecco il Museo archeologico regionale “Antonino Salinas”, la chiesa di San Domenico (che è il Pantheon di Palermo dove riposano le spoglie degli uomini illustri), la chiesa di Sant’Eulalia dei Catalani, la chiesa di santa Maria del Piliere o degli Angelini, l’oratorio del Rosario di Santa Cita e quello di San Domenico con il Serpotta e il Van Dyck, il Loggiato di San Bartolomeo quasi attaccato a Porta Felice, il porto della Cala della città, Palazzo Moncada di Paternò e, naturalmente, lo stesso Castello a mare.
Tutto questo, venga ribadito, è già patrimonio di una grande “Capitale” della cultura.
Basta saperlo presentare e farlo “vivere”.






























































scrivi a lostrillone@hotmail.com 

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