Concorso HImoVie. - Gabriele Meli, Pierluca Salemi, Martina Sutera, Paula Chiappara - classe 3T
Nel nostro articolo vi vogliamo parlare di una bella
esperienza vissuta durante lo scorso anno scolastico,
esperienza che ci ha arricchiti e sicuramente ha cambiato il
nostro modo di pensare con superficialità determinate
questioni.
La partecipazione al Concorso HImoVie per noi è iniziata ad
aprile e si è conclusa a ottobre con la premiazione che ci
ha visti primi classificati ex aequo con l’Istituto Gandhi
di Besana in Brianza. “HImoVie Informa” è una grande
associazione che si rivolge ai giovanissimi, a ragazzi e
ragazze in età liceale e, con la collaborazione di esperti,
medici, scuole e famiglie, porta avanti una campagna di
informazione su HIV e AIDS.
Le strade per sensibilizzare i giovani sono: un concorso, rivolto ad
adolescenti dai 15 ai 19 anni, e uno spettacolo teatrale
itinerante per le scuole e rappresentato nelle principali
città italiane.
La nostra avventura con HImoVie comincia ad aprile 2017,
presso il teatro Don Orione di Palermo.
Quel giorno i ragazzi delle classi del Liceo musicale del
nostro Istituto si esibirono brillantemente, suonando e
cantando alcune canzoni dei Queen, per un motivo simbolico,
in quanto il cantante Freddy Mercury è morto, anni fa, di
AIDS. Durante lo spettacolo di quel giorno, ci colpirono le
rappresentazioni di attori molto bravi che ironizzavano
sull’argomento, certamente amaro, ma catturavano il nostro
interesse per la dimensione intima e psicologica di chi è
affetto da AIDS.
Il termine HIV viene usato per indicare un virus che può
scatenare una malattia (AIDS). Di questo virus non si
conosce né l’origine né la cura, ciononostante la medicina
ha trovato dei modi per rendere il virus meno aggressivo
“tenendolo a bada” e delle cure specifiche per le persone
sieropositive (con il virus HIV).
La malattia vincola il soggetto infettato diminuendone le forze a facendo
vacillare la sua salute. Interferisce con il sistema
immunitario limitandone l'efficacia, rendendo le persone
colpite più suscettibili alle infezioni, ad alcune forme di
cancro ed al deterioramento del sistema nervoso.
Questa vulnerabilità aumenta con il progredire della
malattia. Quando l’HIV raggiunge il suo ultimo stadio, che
prende il nome di AIDS, non può essere più trattato. La
malattia può essere trasmessa in svariati modi che
comprendono l’assunzione di cellule infette, attraverso il
sangue, le secrezioni vaginali, lo sperma, il latte materno,
i rapporti sessuali non protetti o l’uso di prodotti
igienici personali che possono venire in contatto col sangue
(come pinzette per sopracciglia, rasoio o spazzolino). Per
questo si ricorda di fare molta attenzione anche quando si
ha anche solo il sospetto di aver contratto l’HIV.
Ultimamente, secondo dati divulgati nel mese di gennaio
2018, emerge che i casi di AIDS a Palermo sono notevolmente
aumentati, allarmando seriamente i medici che, rispetto al
2017 si ritrovano con sessantacinque nuovi casi di pazienti
affetti dal virus.
Una delle principali cause, che è anche una delle cause
della contrazione del virus, è la disinformazione di massa
sul fenomeno, frammentata fra chi non conosce i sintomi di
chi può aver contratto il virus e chi, addirittura, non è a
conoscenza del patogene. Quando abbiamo raccolto le
interviste da inserire nel video con cui abbiamo partecipato
al Concorso, siamo rimasti sbalorditi dalla scarsa
informazione sull’argomento e dall’intolleranza nei
confronti delle persone sieropositive. Andando in giro fra i
quartieri della nostra città, ci siamo resi conto
dell’ignoranza sull’ argomento: un ragazzo ha addirittura
dichiarato che non riuscirebbe mai a trattare un soggetto
affetto dall’ HIV come tratterebbe normalmente un suo amico
per paura di contrarre il virus. Fortunatamente ci siamo
imbattuti anche in persone più preparate sul tema, che hanno
sollevato i nostri animi quasi arresi all’idea che nessuno
conoscesse adeguatamente l’argomento HIV e AIDS. Parte degli
intervistati si sono dimostrati sensibili all’ argomento e
hanno anche condiviso esperienze personali, parlandoci di
familiari o amici affetti dal virus. Questo ha rinsaldato la
nostra convinzione secondo la quale anche i sieropositivi o
chi ha sviluppato la malattia AIDS può vivere in modo sereno
e dignitoso, circondato da persone pronte a sostenerli.
Prima di raccogliere le interviste, con la nostra prof.ssa
Sidoti, che ci ha seguiti in questo percorso, avevamo
approfondito la dimensione psicologica di un malato di AIDS,
attraverso la visione del film Philadelphia, avevamo visto
vari filmati e portato avanti dibattiti in classe,
soffermandoci soprattutto sul rapporto adolescente-HIV.
Chiaramente abbiamo ipotizzato situazioni-tipo che
potrebbero capitare a tutti, situazioni a rischio per la
nostra salute e quella degli altri, dove la sicurezza è
fondamentale. Inoltre abbiamo lavorato a lungo per
individuare delle domande tipo da rivolgere agli
intervistati, in modo che comprendessero con facilità e ci
dessero risposte ben precise. Durante la premiazione,
avvenuta il 3 ottobre presso il liceo Galileo Galilei di
Palermo, era presente anche la nostra Dirigente Scolastica
Pia Blandano e alcuni Professori del nostro Istituto, e
questo ci ha resi orgogliosi del nostro lavoro. Ci siamo
confrontati con gli altri vincitori del concorso, ragazzi
come noi, provenienti da tutta Italia, i quali hanno
realizzato altri video di interviste o cortometraggi molto
belli che ci hanno toccato molto, rendendo quest’esperienza
ancora più arricchente. I video degli altri ragazzi, montati
in modo quasi professionale, sono stati capaci da far
entrare nel personaggio del cortometraggio chiunque
guardasse, riuscendo a fare percepire tutti i sentimenti, i
pensieri, le paure e la sofferenza di un individuo che
contrae l’HIV e per questo viene emarginato e escluso dalla
normalità della vita. In conclusione, il nostro è stato un
percorso lungo e un po’ difficile a volte, per la vastità
delle riflessioni drammatiche che abbiamo fatto, ma è stato
anche costruttivo, perché ha messo in allerta tutti noi, che
di solito andiamo alle serate per divertirci, anche con
leggerezza, senza pensare molte cose. Abbiamo riflettuto su
quelle coppie che vorrebbero sperimentare il sesso non
protetto, sulla necessità di un esame per essere sicuri di
non aver contratto il virus HIV.
Questo progetto ha dato una sicurezza e una motivazione in
più a tutti noi per combattere e informare gli altri su
questo virus, al fine di prevenire la sua diffusione, e ci
ha aiutati a comprendere l’importanza di stare vicini a
coloro che hanno già contratto il virus. È stato bello
collaborare tra noi, ci siamo scambiati idee, riflessioni e
ci siamo confrontati per realizzare un unico grande lavoro
di cui andiamo orgogliosi.