La libertà valore ispiratore della nostra Costituzione - Aurora Vittiglio - Classe V D
Piero
Calamandrei afferma, nel suo discorso ai giovani tenuto alla
Società Umanitaria, che “la Costituzione Italiana è nata lì
dove caddero i partigiani, dovunque è morto un italiano per
riscattare la propria libertà e dignità”.
Se leggiamo tra le righe di tale citazione risaliamo
esattamente al lungo percorso di nascita della Costituzione:
dopo la seconda guerra mondiale, l'opposizione al regime si
rafforzò e portò alla fine della dittatura fascista.
Il 25 luglio del ’43, il Gran Consiglio del Fascismo si
schierò contro Mussolini che fu poi arrestato.
A capo del Governo fu nominato Badoglio che decise di
firmare l'armistizio con gli anglo-americani ; i tedeschi da
alleati diventarono nemici.
Così l'Italia si trovò divisa in due parti: al sud vi erano
gli Alleati e al centro-nord le truppe tedesche e nel
frattempo si organizzava la Resistenza. Mussolini venne
liberato dai tedeschi, fondò la Repubblica Sociale Italiana
e proseguì la guerra al loro fianco.
Dopo l'Armistizio, i partiti antifascisti formarono il
Comitato di Liberazione Nazionale (CLN) che rappresentò il
punto di riferimento politico per i partigiani.
La Resistenza contro i tedeschi e la Repubblica Sociale
Italiana scatenò una vera e propria guerra civile. Ogni
decisione sulla forma di governo fu rinviata alla fine della
guerra.
Al termine della guerra con il Referendum del 2 Giugno 1946,
l'Italia divenne una Repubblica e l'Assemblea Costituente,
eletta lo stesso giorno dagli italiani, lavorò alla nuova
Costituzione.
Questa, entrata in vigore il primo Gennaio 1948, è il
complesso delle norme fondamentali su cui si regge l'Italia
Repubblicana, redatta in 139 articoli con un testo in grado
di spiegare in modo dettagliato sia i diritti che i doveri
dei cittadini. E' suddivisa in varie parti: principi
fondamentali, diritti e doveri dei cittadini, ordinamento
della Repubblica e disposizioni transitorie e finali.
L'articolo che dà avvio alla prima parte della Costituzione
è esattamente il tredicesimo, che ha come tema principale
uno dei diritti inviolabili: la libertà personale che, in
quanto tale, può non essere riconosciuta in tutti gli Stati,
ma non può essere violata da nessuna legge.
Libertà che è al centro del discorso di Calamandrei.
"E' vietata qualsiasi restrizione o perquisizione personale
se non autorizzata dall'autorità giudiziaria e dunque vi è
una severa punizione per coloro che causano violenze fisiche
o morali sulle persone sottoposte a restrizioni di libertà".
Nessuno, neanche il Governo può agire contro la libertà di
qualcuno, chiunque esso sia, per ragioni politiche o
interessi personali.
In questo articolo la libertà è da intendersi sia come
"libertà fisica" che come "libertà morale", entrambe hanno
un’importanza notevole. La prima riguarda il diritto alla
vita e il diritto alla salute; la seconda lascia liberi di
pensare ciò che si vuole e di praticare la propria
religione.
A questo fa riferimento l'articolo 21, per esempio, poichè
afferma che "tutti i cittadini hanno diritto di manifestare
liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e
ogni altro mezzo di diffusione". Lasciare che tutti abbiano
un'opinione personale è democrazia; lasciare che tutti
possano raccontare la propria opinione personale è il
progresso della democrazia e del paese generalmente. Ma ciò
pone comunque dei limiti nel rispetto degli altri: sono
vietate le offese e "tutte le altre manifestazioni contrarie
al buon costume".
Insomma la nostra Costituzione veglia sulla nostra libertà.