Alessandro Gallo e le sue "Scimmie" - Matteo Schiera - classe I E
Il 19 Ottobre con la scuola abbiamo incontrato uno scrittore
napoletano Alessandro Gallo.
Inizialmente abbiamo visionato
un video dove si esibiva in uno spettacolo tratto dal suo
libro “Scimmie”. Dopo ha parlato della sua storia.
Alessandro è nato
in un quartiere molto violento di Napoli dove era a
contatto con la Camorra; in famiglia aveva pure a che fare
con essa infatti era figlio del camorrista Gennaro e cugino
della killer Cristina Pinto.
Dopo aver aggiunto qualche battutina in
merito, Alessandro ha deciso di parlare dei suoi tre libri : “Scimmie
“, ”Tutta un’altra storia” e ” Andrea torna a Settembre “.
Gallo ironicamente parla della sua vita come se fosse tutto
normale, parla della crudeltà vista con i suoi occhi oppure
della
cattiveria delle persone e di altre situazioni del genere e
sottolinea che averle
viste nella “realtà “ fa male eppure ha avuto la forza di
rialzarsi e scappare da quella brutta situazione.
Si è
laureato a Bologna ed ora vive una vita serena.
Nella
parte finale dell'incontro ha
lasciato del tempo libero per fare delle domande alle quali ha
risposte anche facendosi qualche risata.
Quest’ incontro è
servito molto a noi giovani ad alzare la testa, a provare a
prendere la via giusta e a non farsi abbindolare da persone
che vogliono solo farti del male.
Scimmie
Il
primo libro di Alessandro Gallo della trilogia pubblicata con la casa editrice
“Navarra Editore” è “Scimmie “.
Il libro parla di tre quindicenni
con il desiderio di diventare qualcuno nella città di Napoli. Essi
prendono esempio dai cammoristi imitandoli per filo e per segno;
addirittura una sequenza del libro racconta dei tre adolescenti che
cercano di rubare una borsa ad una ragazza ma toppano malamente
perché il fidanzato mette loro paura oppure vanno a prostitute ma non perché
ne avevano voglia ma solo per sentirsi grandi.
La vita dei ragazzi
cambia quando incontrano un giornalista napoletano, Giancarlo Siani,
che paragonò la camorra ad una torta e spiegò che tutti
volevano quella torta che era Napoli ma solo il più crudele dei clan
poteva averla. Panzarotto (uno dei tre protagonisti ) andava sempre
da zia Titina, un’ottima chef, che cucinava dei panzerotti ottimi e
non solo per questo anche perché era interessato alla figlia della
proprietaria. Ma quel giorno incendiarono la rosticceria e per colpa
della criminalità lui morì.
La camorra controlla anche il traffico
di droga infatti in questo modo morì Tore l’unico amico rimasto a
Gennaro; era sdraiato su una panchina con la schiuma che usciva
fuori dalla bocca e con Pummarò che gridava aiuto.
Durante i
funerali il protagonista incontrò Giancarlo che lo portò a vedere dei campi dove
venivano maltrattati dei ragazzi con il lavoro forzato oppure
raccolse la
testimonianza di alcuni signori con bruciature e segni della
crudeltà. L’ultima fermata era l’hotel La Mela dove
conobbe
Eva, una prostituta ma ad un certo punto venne la polizia e tutti
scapparono ma loro rimasero chiusi dentro una camera dell’albergo.
Si frequentarono e scoprirono che non in lei non c'era la volontà di fare quel
lavoro ma le era stato imposto dalla camorra.
Il 23 Settembre 1985 morì
Giancarlo Siani, colui che aveva fatto aprire gli occhi ad un
ragazzino che voleva essere grande a modo suo, che metteva in secondo
piano la crudeltà di quel mondo, una persona importante per tutti.
Il libro, infine, fa una breve riflessione sul lato positivo dell’unione dei
tre ragazzi e del paese che li circondava.