Libero Grassi - Francesco Arcidiacono - classe IV F
La
mafia, come ben sappiamo è un fenomeno che si basa sulla
violenza.
Essa, particolarmente presente in Sicilia, è stata motivo di
atroce dolore perché ha privato molti della vita, quanti
figli di madre uccisi ingiustamente perché svolgevano il
loro lavoro a testa alta … ricordiamo i giudici Giovanni
Falcone e Paolo Borsellino, concittadini nostri, emblema del
“NO ALLA MAFIA” a Palermo. Purtroppo, la mafia ancora oggi è
presente, ultimamente nel territorio bagherese ne abbiamo
avuto la prova mediante atti vandalici e minacce in un luogo
di culto. La mafia è un’organizzazione criminale che si
arricchisce grazie al potere che ha nella politica, nella
vendita di stupefacenti, in particolare con la richiesta del
pizzo nelle varie attività commerciali, industriali e non
solo; principali attività controllate dalla mafia sono gioco
d’azzardo, gestione dei rifiuti, contraffazione, riciclaggio
di denaro etc.
Il pizzo, nel gergo della criminalità mafiosa italiana, ma
particolarmente siciliana, è una forma di estorsione
praticata dalla mafia, che consiste nel pretendere una
percentuale di denaro guadagnato dalle aziende per poi in
cambio ricevere dalla mafia la cosiddetta “protezione”
dell’attività commerciale.
Libero Grassi, noto negli ultimi vent’anni come “Uomo dalle
giuste idee” fu un imprenditore italiano che dopo aver
studiato scienze politiche e giurisprudenza, decise di
stabilirsi a Palermo per continuare l’attività di
commerciante del padre.
Libero era un Uomo giusto, contrario alla mafia e ad ogni
sua opera. Stabilitosi alla guida della Sigma (l’azienda di
famiglia) ebbe alcuni problemi con la fabbrica e dalla
risoluzione di ciò egli ricevette minacce da Cosa Nostra
perché pretendeva il pagamento del pizzo. L’imprenditore si
rifiuta e da lì inizierà il calvario della lotta alla mafia
che lo porterà alla morte, segno di “Vittoria”.
Nel giornale di Sicilia del 10 Gennaio 1991 Libero pubblica
un articolo nel quale grida no al pizzo e no alla mafia,
denunciando quindi i suoi estorsori. Grassi ebbe molti
politici contro, tra cui anche il giudice catanese Luigi
Russo, che affermò che non è reato pagare la “protezione”
dei boss mafiosi, decisione definita scandalosa dallo stesso
Libero Grassi.
Libero
sarà poi assassinato brutalmente con 4 colpi di pistola, il
29 Agosto 1991 nelle prime ore del mattino a Palermo mentre
si reca al lavoro, a piedi. La lotta alla mafia di Grassi è
orgoglio di noi siciliani, in parte estranei alle
organizzazioni criminali di Cosa Nostra; l’operato di questo
imprenditore è lodevole, perché come disse un grande giudice
antimafia “chi parla viene ucciso una volta sola chi non
parla muore ogni giorno”.
L’ottica mafiosa consiste proprio in ciò: l’omertà, il
rispetto. La visione di Lucano (latinista dell’antica Roma)
propone un mondo feroce (il mondo della mafia) dove il
diritto e la giustizia sono schiacciati dalla violenza e il
delitto è divenuto legalità. Ahimè, a distanza di secoli, la
visione è molto simile se non uguale. La storia molto spesso
si ripete e lo stesso Lucano lo conferma con la sua idea
riguardante la giustizia. Il mondo, purtroppo è pieno di
atrocità; ma l’importante è percorrere sempre la via
dell’onestà, della purezza d’animo e della concordia nel
rispetto di tutti. La visione di Lucano è concretamente
l’operato della mafia, dove un delitto, se pensato per buone
ragioni è giusto, dove la corruzione se è per arricchirsi è
altrettanto corretta. La visione della mafia è proprio
questa; pagare anche col proprio sangue la lotta al crimine
e alla criminalità organizzata è orgoglio e vittoria, una
vittoria coronata dal senso del dovere e dalla morte, che dà
il significato eclatante al giusto operato e
conseguenzialmente della vittoria.
Libero è stato uno di questi, che ha pagato col proprio
sangue pur di non sottostare ai boss mafiosi, oggi a
distanza di anni Libero continua a vivere nei nostri cuori e
le sue idee sono per noi strumento morale per la nostra
vita, in particolare per noi giovani; come cita lo stesso
imprenditore “se tutti si comportassero come me si
distruggerebbero gli estorsori”. Pertanto impegnamoci tutti
a percorrere sempre la via della giustizia e del dovere,
imitando coloro che hanno pagato col proprio sangue per il
bene della popolazione tutta, ma soprattutto per vincere la
lotta alla criminalità organizzata.