La consapevolezza di un giovane ragazzo

Samuele Vercio Classe V D

futuro

‘’Bisogna proporre un fine alla propria vita per vivere felici ‘’ questo affermava Leopardi, e che la vita di un uomo non può avere senso se dedita solo al trastullo e al godimento.
E quindi mi sono chiesto, noi giovani chi siamo? colui che si trastulla o chi propone un fine alla propria vita?
Beh noi siamo un essere mitologico come il minotauro o il centauro divisi in due tra la concezione leopardiana della felicità e la ricerca del godimento, animati dal bisogno di avere uno scopo per essere felici, un bisogno però che ci pone davanti a una sofferenza mai vista prima, inedita della nostra generazione, ovvero l’incertezza del futuro.
Questo non è stato mai così lontano come lo è per noi che cresciamo in un mondo in rovina dove oggi consumiamo quello che ci dovrebbe servire domani perché ieri hanno consumato quello che ci serviva oggi.

Oltre all'angoscia che ci riserva guardare al futuro, ci ritroviamo a vivere in un presente che affida tutte le sue speranze a noi, che fa gravare sulle nostre spalle le responsabilità di risolvere i problemi di questo mondo facendo diventare ogni scelta la più importante, non dando più spazio a obiettivi lavorativi semplici come la professione del panettiere o del cameriere, ma soltanto ad obiettivi più alti come l’ingegnere o il medico, trasformando la nostra vita in qualcosa che non ci appartiene, come se fosse uno strumento per risolvere i problemi generati da qualcun altro.
Ed è questa condizione che ci porta a cercare un rifugio temporaneo nel godimento e nell’ozio che può però diventare un'arma a doppio taglio, essendo cosi piacevole e appagante da inibirci totalmente rendendoci incapaci di reagire.
 Come uno scolaro che abbandonandosi al piacere del proprio letto decide di non andare a scuola.

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