E il mondo sta a guardare.
I diritti negati nell’indifferenza generale.
Mattia Mattina e Aurora Lo Cascio III D
“Il
nostro esercito deve ufficialmente ritirarsi dal suolo afgano entro
l’11 settembre del prossimo anno”, così Biden ha annunciato il
ritiro (per scelta) delle truppe, entro il ventesimo anniversario
della caduta delle torri gemelle.
Secondo il presidente, gli americani dovevano solo tenere a bada i
talebani e mettere ordine nella terra di nessuno.
Tuttavia pare che non ci siano riusciti, poiché il presidente afgano
Ghani è stato costretto a lasciare il suo paese dopo l’arrivo dei
talebani a Kabul.
L’incursione dei talebani non è stata un tentativo di porre fine ai
rancori passati e ri-iniziare una nuova politica sulla base di
quello che ha lasciato l’esercito, ma sembra quasi una sorta di
vendetta per la mancata fiducia nei loro confronti, come se fossero
stati traditi.
Così loro impongono la loro dittatura: con la paura e il terrore.
Usano kalishnikof e leggi molto barbare nei confronti di minorenni e
soprattutto donne, le quali non hanno ormai più alcuna libertà.
Se andiamo a cercare la parola Afghanistan su Google il sito
Wikipedia ci dice “Le informazioni non sono consolidate e
potrebbero cambiare rapidamente.”
Questo per far capire che non c’è niente di certo e possono
succedere avvenimenti eclatanti continuamente.
L’Afghanistan è un paese senza sbocco sul mare con capitale Kabul,
le lingue ufficiali del paese sono il pashtu e il dari.
E’ stato un paese invaso da molte culture: i persiani, Alessandro
Magno, i maurya e infine gli arabi musulmani.
Quando nacque il Califfato Arabo Islamico, l'Afghanistan non era
conosciuto con questo nome, e la regione era vista come una realtà
tutt'altro che omogenea, come lo Zabristan (oggi Afghanistan
centrale), Badakhshan, Khorasan, ecc.
Il califfo annetteva per la prima volta parti dell'Afghanistan
occidentale nel 652, e in seguito conquistò quasi il resto del paese
tra il 706 e il 709.
Dal 1800 in poi ci furono molte invasioni non pacifiche e nel corso
del XIX secolo si è ritrovato al centro di quello che gli storici
hanno definito “ Il grande gioco” tra Russia e Gran Bretagna che a
lungo si sono contese il controllo dell’area.
Con l'ascesa del re Amānullāh Khān nel 1919 il Paese riprese il
controllo della propria politica estera, uscendo dalla zona di
influenza del Regno Unito e dichiarandosi indipendente dal trattato
del 1893.
Negli anni Novanta si sono imposti i talebani, che significa
letteralmente studenti delle madrase, chiamati così perché i vertici
di questo movimento sono emersi dalle scuole coraniche del
nord-ovest pachistano; loro si caratterizzano perché eseguono e
interpretano il corano molto rigidamente.
Con il sostegno del governo pakistano e dei suoi servizi segreti, i
talebani hanno conquistato in pochi anni, tra il 1994 e il 2001, il
90 per cento del territorio.
Dopo l’11 settembre 2001 e il 7 ottobre è iniziata l’operazione
militare Enduring freedom, che oltre a distruggere le basi
di al-Qaeda e l’emirato talebano si è posta l’obiettivo di
“esportare la democrazia” in Afghanistan.
La superiorità militare statunitense consentì di riconquistare
Kabul e nell'arco di tre mesi di instaurare un governo di
transizione guidato da Hamid Karzai poi ufficializzato il 9 ottobre
2004 con la celebrazione delle prime elezioni presidenziali da lui
vinte.
Il ritiro delle truppe americane a causa di un accordo firmato
inizialmente da Trump e poi applicato da Biden nel 2021 ha portato
al ritorno delle truppe talebane e all’occupazione da parte di
quest’ultimi delle case del potere. Ancora una volta le donne vedono
negati i loro più elementari diritti, mentre attori, scrittori,
giornalisti sono sottoposti ad una assurda censura.
Tutto questo ha rinnovato la paura nelle persone, chi poteva provava
a scappare con aerei, ma la maggior parte delle persone son state
costrette a rimanere.
I talebani hanno portato il loro popolo a non avere più alcuna
libertà di stampa o anche solo di parola.
In questo momento, a Kabul milioni di persone sono terrorizzate e
sta a noi come Unione Europea e come mondo globalizzato aiutarle ad
affrontare questa realtà.
O vogliamo rimanere a guardare?