Viola Carmicio 3E
Quando prendemmo parte al progetto “…” tutto ciò che ci dissero fu
che avremmo visitato delle carceri minorili in giro per la Sicilia e
che avremmo ascoltato le storie di dolori e di gioie dei familiari
dei morti ammazzati dalla mafia.
Tutta la classe fu felice di partecipare, anzi, lo fu così tanto da
essere costretta a scegliere i partecipanti tramite sorteggio.
Alla fine fummo una ventina di ragazzi, sommando anche quelli delle
altre classi e fummo accompagnati dal un’attiva sostenitrice e
partecipante al progetto: Rosaria Cascio.
Il primo carcere che visitammo fu quello di Palermo e lì scoprimmo
che la prima metà degli incontri sarebbe consistita nello
spettacolo: Tu da che parte stai?
Lo spettacolo "Tu, da che parte stai?"
Lo
spettacolo “Tu da che parte stai?” fu scritto da Roberto Lopes, un
insegnante del liceo Vittorio Emanuele II, poco dopo la morte di
padre Pino Puglisi per mano della mafia di Brancaccio, a Palermo.
Durante la rappresentazione assistiamo ad una conversazione
immaginaria che avrebbero potuto avere, o che forse hanno avuto,
padre pino Puglisi e il suo killer prima che il prete venisse
ucciso.
Padre Pino Puglisi durante tutta la durata dello spettacolo non
pensa a se stesso, non pensa alla sua imminente morte ma, anche
allora, pensa agli altri, come aveva sempre fatto. Tra i primi
argomenti dei due improbabili conversanti c’è la preoccupazione di
padre Pino Puglisi per il killer: Puglisi gli chiede ad esempio il
perché non viene più in chiesa e lo spinge riflettere sul senso di
ognuna delle sue scelte di vita.
Nonostante l'assassino sia tentato di credergli, di credere che ci
sia un mondo migliore di fuori, alla fine, in un momento di grande
tensione e coinvolgimento emotivo, con la cornice dei versi di un
Padre Nostro, Puglisi viene ucciso.
Tra le tante cose che ci insegna questa rappresentazione teatrale
quello che spicca fra tutte è sicuramente l'ipocrisia delle genti
del popolo della Chiesa.
Sono tanti infatti i riferimenti alla corruzione degli uomini e
delle donne di chiesa che sotto un velato buonismo nascondono
pensieri e azioni che farebbero rabbrividire anche il peggiore di
noi. Ma, per fortuna, lo spettacolo ci mostra che non tutti sono
così: chi vede la luce oltre il buio, non può fare altro che
volerla.
Così è infatti che agiscono gli amici di padre Pino Puglisi, sono
coloro che hanno conosciuto l’amore, l’amore vero, per se stessi e
per gli altri.
Un’altra caratteristica importantissima dello spettacolo del
Professore Lopes è la musica.
Padre Pino Puglisi amava la musica, era parte integrante della sua
quotidianità e di quella di chi lo seguiva e infatti in "Tu da che
parte stai?” la musica è parte integrante della scena: sono infatti
le sei canzoni a caratterizzare la narrazione, canzoni semplici, con
pochi accordi, ma con una potenza scenica prorompente.
In questa riedizione la voce è stata donata da alcune bravissime
ragazze del Vittorio Emanuele che, con sensibilità e delicatezza,
sono riuscite a trattare argomenti complessi come la morte, la
violenza e l’amore.
Per quanto riguarda i personaggi secondari che arricchiscono la
vicenda, e la rendono ancora più speciale, ci sono, oltre ai due
protagonisti (Puglisi ed il suo assassino) delle donne.
Le
donne del suo quartiere, le sue alunne, le sue parrocchiane: figure
che danno un senso di realisticità alla vicenda che altrimenti
sembrerebbe soltanto un semplice dialogo.
Prima fra tutte ci mostrano una sua vicina, a Brancaccio, che lo
informa, con dolcezza, che un uomo, dice lei “un picciotto”, è
venuto a cercarlo.
Puglisi le sorride e le dona il pane che l'uomo gli aveva offerto.
La seconda donna della vicenda di Puglisi è una sua alunna di
scuola.
“Ho bisogno di parlare con te!” dice lei, “Ci vediamo domani a
scuola a mezzogiorno.” dice lui, anche se sa che al giorno dopo non
arriverà.
E le altre Donne di Puglisi sono le comari: Donne che sapendolo
morto non hanno che da parlarne male, nonostante non lo
conoscessero.
Se l'avessero conosciuto avrebbero saputo che lui era molto di più
di come l’hanno dipinto coloro che non lo conoscevano.
L’ultima canzone, “Tu da che parte stai?”, è il fulcro dell’intero
spettacolo che infatti non è un trattato sulla grandezza delle opere
di Puglisi o una denuncia alle violenze perpetrate dalla mafia
ma piuttosto un’opera mirata alla riflessione: cioè, ma noi, da che
parte stiamo?