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Delitto perfetto: la morte di Enrico Mattei

Davide Patti V D

FOTO DI: GIULIA MARANIUna mostra ai Cantieri culturali della Zisa di Palermo fa luce sulla vicenda.
Il 27 ottobre del 1962 precipitò l’aereo di Enrico Mattei che lo avrebbe portato a Milano dalla Sicilia.
Si parlò di incidente, anche se dei testimoni che erano presenti sul luogo della catastrofe dissero che avevano visto un’esplosione nel cielo.
In particolare, un contadino in un’intervista dichiarò che si trattava di un attentato, ma il video fu manipolato e trasmesso in tv senza audio.
Un’ azienda che dipendeva dall’Eni assunse il contadino e la sua famiglia.
Negli anni ’70 un giornalista di nome Mauro De Mauro ricevette l’incarico da un regista di fare un film su Mattei. Quindi al giornalista fu dato l’incarico di ricostruire gli avvenimenti, ma dopo qualche giorno anch’egli sparì nel nulla (non si trovò neanche il corpo).
Anche Pasolini, che si interessò alla vicenda e tentò di ricostruirla nel romanzo Petrolio venne ucciso in circostanze poco chiare.
Per capire questi eventi è opportuno ricostruire il contesto storico dell'Italia del boom economico tra ani 50 e 60 e in ciò ci aiutano due saggi “Profondo Nero” di Sandra Rizza e “Colonia Italia” di Giovanni Fasanella
Il titolo Colonia Italia ci fa capire che l’Italia dopo la 2° Guerra Mondiale era una sorta di colonia della Gran Bretagna.
Nel 1947 il presidente italiano De Gasperi si reca a Parigi per discutere sulle condizioni di pace, il trattato imposto all'Italia prevedeva molte novità ed una condizione di sostanziale sottomissione dell'Italia alle potenze vincitrici, con le quali lo stato italiano doveva concordare tutto : dalla politica interna a quella estera e a quella economica. In questo contesto lottò Enrico Mattei.
Mattei, figlio di un maresciallo, ha un’infanzia modesta. Ben presto si impiega in una fabbrica, ma grazie alla sua intelligenza diventa manager e con il tempo creò un’azienda tutta sua.
Durante il periodo della Resistenza divenne un capo partigiano bianco. In questa circostanza conosce Eugenio Cefis, un capo partigiano cattolico molto vicino ai servizi segreti inglesi, ma fra i due scattò subito una forte antipatia.
Quando Mattei, nel 1953, sarebbe diventato presidente del’Eni, si sarebbe ricordato di Cefis, e lo avrebbe assunto per fare del lavoro “sporco “ che prevedeva rapporti anche spregiudicati con politici italiani o con esponenti di alcuni paesi produttori di petrolio, ciò allo scopo di ampliare il raggio d'azione dell' Eni e fare uscire l’Italia dalla povertà.
A fine guerra gli Anglo Americani gli danno l’incarico di presidente dell’Agip che era un’azienda creata da Mussolini per acquistare e raffinare petrolio. (nella pianura padana avevano scoperto anche un giacimento di metano).
Quando i nazisti vennero sconfitti gli Anglo Americani affidarono a Mattei l’Azienda, con l'incarico di liquidarla,ma lui disubbidì.
Mattei e De Gasperi nazionalizzarono ogni giacimento che si trovò, per evitare la concorrenza di USA e Gran Bretagna che con le rispettive compagnie petrolifere tendevano ad accaparrarsi tutte le risorse
Dopo la prima disubbidienza, nel 1953 fondò l’ENI (ente nazionale idrocarburi), un’ azienda che si occuperà di petrolio per contrastare la concorrenza, dato che le compagnie anglo-americane (le sette sorelle) avevano il monopolio.
All’Eni fu vietato l’ingresso nel circuito delle compagnie petrolifere.
Gli avversari britannici colpirono il presidente Alcide De Gasperi attraverso la diffusione di una lettera (poi dichiarata falsa) che avrebbe scritto lui stesso durante la guerra in cui avrebbe suggerito ad un generale americano di bombardare Roma per sconfiggere i nazisti.
Poi ci volle un processo in cui lo scrittore e giornalista Giovannino Guareschi che aveva diffamato De Gasperi fu condannato.
Nonostante questi avvenimenti, Mattei continuò la sua opera per il bene dell’Italia, riuscendo a farla franca in molte occasioni. Egli operò attraverso vari interventi in Iran , Egitto, Algeria e Urss fino a quando nel 1962 arrivarono le prime lettere minatorie da parte di alcuni terroristi dell’ OAS.( contrari all'indipendenza dell'Algeria dalla Francia)
Il 27 ottobre dello stesso anno venne ucciso a Bascapè e nessuno è mai stato condannato per la sua morte.
Ma le indagini del Pm Calia portano a Cefis, che in seguito lo avrebbe sostituito in qualità di presidente dell'Eni e attraverso lui ai servizi segreti inglesi. Di certo la politica dell'Eni , dopo la morte di Mattei, non avrebbe più fatto concorrenza alle sette sorelle.
Anche Mauro De Mauro e Pasolini avrebbero pagato con la vita la loro voglia di verità
La mostra ai Cantieri culturali alla Zisa restituisce all'artefice del “miracolo italiano” un minimo di giustizia e di memoria.


















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