In
data 26 Gennaio 2012 ha avuto luogo presso la sala teatro della
nostra scuola il primo "incontro con l'autore", un progetto promosso
dai docenti del Regina Margherita. In questa occasione io e la mia
classe, ma anche molte altre, abbiamo avuto il piacere, ma forse
sarebbe meglio dire l'onore vista l'importanza del personaggio
presentatoci, di incontrare Anna Maria Santoro, autrice del libro
"Una mamma in Addiopizzo" nonché madre di uno dei fondatori del
movimento che dal giugno 2004, data della sua nascita, si fa
portavoce di una "rivoluzione culturale", tale deve essere definita,
contro la mafia. Le origini dell'associazione sono semplici, ma allo
stesso tempo emozionanti, un gruppo di giovani che ha un desiderio:
aprire un piccolo pub nel centro di Palermo. Ma allo stesso tempo
anche la rabbia e la frustrazione svolgono una parte fondamentale,
perché le fantasticherie di quei giovani vennero interrotte da un
interrogativo posto da uno di loro: "E se ci chiedono il pizzo, cosa
facciamo?"
Già, cosa fare? Ma soprattutto perché pagarlo? E se nessuno lo
pagasse? Così questi coraggiosi paladini della legalità si misero in
moto e nella notte del 29 Giugno 2004 tempestarono la città di
adesivi con su scritto: "Un'intero popolo che paga il pizzo è un
popolo senza dignità!".
Anna Maria Santoro durante la narrazione di tale evento mostrava
come un certo orgoglio per quei ragazzi, ma grazie al suo racconto è
stato anche possibile analizzare la scena dal punto di vista di una
madre angosciata per le conseguenze che quel gesto avrebbe potuto
portare per il figlio e gli amici che avevano deciso di parlare di
quel tabù che era la mafia.
Interessante è stato anche il racconto riguardante un membro junior
dell'associazione che, venuto a conoscenza del fatto che il padre
aveva ricevuto una richiesta di pizzo e meditava la fuga, è riuscito
a convincerlo a denunciare il fatto alle autorità.
Ma anche se durante la narrazione dei vari fatti e delle iniziative
lanciate dall'associazione tutto appariva semplice e perfetto, non
ci viene nascosto che le difficoltà, all'inizio, non sono mancate: i
cittadini non collaboravano, preferivano pagare e "tener cara la
pelle", come si dice comunemente, ma grazie ad individui onesti e ad
innovative iniziative, Addiopizzo è cresciuta ogni anno di più fino
a diventare ciò che è oggi, ovvero un reale esempio di cambiamento e
lotta alla mafia.
INTERVISTA DI ROBERTA BELMONTE II E