Sembrava
una mattina come le altre,come al solito mi svegliai alle 6:15, mi
lavai, mi vestii e guardai l’orologio, erano già le 6:45. I miei
dormivano e per non svegliarli stetti attento a non sbattere la
porta. Oggi sarei tornato prima da scuola perché c’era assemblea, e
naturalmente non ho portato lo zaino. L’aria era bella fresca ma non
c’era freddo. Tutto era uguale a gli altri giorni; il camion
puntuale della spazzatura, il solito cinguettio degli uccelli, ma un
qualcosa di diverso c’era e proveniva dalla fermata dell’autobus,
due cani continuavano ad abbaiare senza sosta, ma non era un abbaio
normale, bensì uno diverso dal solito che, piano piano , si andò
trasformando in parole. Mi chiesi cosa stesse succedendo, magari
un’allucinazione o la stanchezza del mattino che giocava brutti
scherzi, invece no, io riuscivo veramente a capire cosa si dicevano
quei due animali che stavano litigando per chi era il capo di quella
zona. Non riuscivo a capire cosa stesse succedendo finché, per caso,
guardai in una specie di pozzanghera e vidi il mio riflesso: non ero
più un semplice ragazzo ma un grosso cane, precisamente un Pastore
Tedesco. Ero molto agitato, e come spesso facevo da umano, cominciai
a correre un po’. Questa volta era una corsa più rapida e meno
stancante, poiché stavo correndo col supporto di quattro possenti
zampe , ma improvvisamente il mio olfatto ormai sviluppato capto uno
strano odore che mi attiro. Quell’odore proveniva da una cagna con
il pelo bianco e lucido. Ci andai a parlare ma, prima che aprissi
bocca, lei mi disse:” caro Andrea, comincia a conoscerti in veste di
cane per poi diventare un grande uomo”. Dette queste parole scappo.
Io la insegui ma ad un incrocio lei scomparve senza lasciare
traccia. Non riuscì a capire cosa volesse dire, ma non avevo tempo
da perdere in strani pensieri, dovevo capire cosa fare per ritornare
normale. Più tempo passavo da cane e più capivo come fosse ingiusto
il nostro mondo nei confronti di questi poveri animali che vivevano
maltrattati appena si avvicinavano a una persona pur non avendo
cattive intenzioni. A forza di camminare erano già passate due ore;
a un certo punto, incontrai lungo la mia strada due grossi cani
robusti che mi accusarono di camminare nel loro territorio. Non
cercando guai, mi girai e me ne andai lungo la mia strada. Questo
gesto da loro fu inteso come una sfida: uno dei due cani mi attaccò
frontalmente e l’altro, invece, attaccò da dietro, mi morse una
zampa facendomi zoppicare. Io continuai a difendermi, ma il dolore
si faceva sentire, riuscì a buttarne uno a terra ma l’altro, a sua
volta, mi stese; stava per colpirmi nuovamente finché non arrivò un
signore che li cacciò e mi prese in braccio, in quel preciso momento
io svenni. Una volta svegliato mi ritrovai in una casa, e avendo
ricevute le cure adeguate, mi passarono i dolori. Allora ringraziai
l’uomo con un paio di leccate e andai a casa. Pensai a lungo come
farmi riconoscere dai miei genitori finché non mi vennero in mente
le parole di quella cagna e riflettendo mi ricordai che in quel
periodo non avevo un buon rapporto con le persone poiché trattavo
male il mio cane e mi comportavo piuttosto irrispettosamente. Magari
quelle parole mi volevano far riflettere sul mio cattivo
comportamento. Arrivato a casa trovai il portone aperto e riuscì,
mettendomi su due zampe a suonare il campanello, apri mia madre che
mi disse semplicemente ”tutto a posto oggi, gioia?”. A queste parole
corsi subito al bagno e mi guardai allo specchio: ero di nuovo
normale ma, da quel giorno decisi di comportarmi molto più
adeguatamente nei confronti di tutte le persone con cui avrei avuto
rapporti.
di Andrea Quattrocchi I E