"Coltivare i valori. Percorsi di legalità." Don Luigi Ciotti |
Intervista di Daniele Biondo |
Venerdì
16 dicembre 2011 noi della redazione dello Strillone, insieme agli
alunni del Regina Margherita ci siamo recati presso la storica
chiesa barocca del Santissimo Salvatore per assistere all’ incontro
con don Luigi Ciotti, presidente, rappresentante e fondatore dell’
associazione “Libera associazioni nomi e numeri contro le mafie ”
che da anni si occupa di creare è promuovere attività sociali ed
imprenditoriali utilizzando beni sequestrati alla mafia.
Essa si è costituita nel marzo del 1995 con l'intento di sollecitare
la società civile nella lotta alle mafie e promuovere legalità e
giustizia.
Ma cos’è LIBERA? ..Libera è un coordinamento di
oltre 1600 associazioni, gruppi, scuole, realtà di base,
territorialmente impegnate per costruire sinergie politico-culturali
e organizzative capaci di diffondere la cultura della legalità.
La legge sull'uso sociale dei beni confiscati alle mafie,
l'educazione alla legalità democratica, l'impegno contro la
corruzione, i campi di formazione antimafia, i progetti sul lavoro e
lo sviluppo, le attività antiusura, sono alcuni dei concreti impegni
di Libera.
Libera è riconosciuta come associazione di promozione sociale dal
Ministero della Solidarietà Sociale. Nel 2008 è stata inserita
dall'Eurispes tra le eccellenze italiane.
Con (non poca) fatica cerchiamo e prendiamo posto.
La sala è gremita di gente, in prima fila le autorità, in un angolo
i ragazzi di libera intenti nella distribuzione di pieghevoli con
illustrate le attività ed i prodotti dell’ associazione, attività
comprese nel progetto “coltivare valori”ovvero ( percorso di
legalità sulle terre liberate dalle mafie), progetto realizzato con
il sostegno di “Fondazione con il sud”,“Centro Ubuntu” e “consorzio
sviluppo e legalità”.
Inizia il convegno al quale intervengono Francesco Galante, Fabrizio
Minnella,Umberto Di Maggio, il nostro D.S. Guido Gambino, e Don
Luigi Ciotti.
Il tema affrontato è prevalentemente quello della legalità.
“La legalità” (afferma Don Ciotti) “non può essere un
obbiettivo,l’obbiettivo è la giustizia, e il mezzo per realizzare la
giustizia è la realizzazione effettiva. Non può esistere legalità
senza giustizia,la legalità è il rispetto delle regole e non c’è
legalità senza uguaglianza.[..] La speranza deve avere il volto dei
progetti concreti, la lotta alla mafia si fa a Roma in parlamento,
con le leggi giuste , e la speranza o è di tutti, o non è
speranza.".
Il convegno continua ricordando il trentesimo anniversario della
morte dell’onorevole Pio La Torre (30 aprile 2012) il quale si era
impegnato in vita per promuovere una legge che prevedeva la confisca
dei beni appartenuti ai mafiosi (legge che verrà approvata ben
quattro mesi dopo la sua morte).
Libera, iniziando una raccolta di firme, farà apportare a questa
legge una modifica in base alla quale si prevede non solo il
sequestro ma anche l’utilizzo sociale destinato alla collettività
dei beni sequestrati ai mafiosi.
Don Ciotti precisa che “i giusti non vanno chiamati eroi ma
semplicemente giusti” e poi continua (insieme agli altri
presenti) descrivendo le varie attività che sono state realizzate
grazie ai beni confiscati, ovvero agriturismi, agrumeti, uliveti e
vigneti, e i vari tentativi di boicottaggio di queste da parte di
“cosa nostra” (danneggiamenti incendi etc..) ; tentativi vani, in
quanto l’attività di Libera di riqualificazione sociale di queste
proprietà non si è mai fermata.
Sono proprietà i cui prodott, vino,pasta, sottaceti,peperoncini (i
prodotti portano nomi di martiri di mafia)vengono venduti per
finanziare l’associazione e i suoi progetti.
A fine convegno, noi dello Strillone siamo riusciti ad incontrare
Don Ciotti separatamente per potergli fare alcune domande…
Riportiamo qui di seguito l’intervista che ci ha rilasciato
Siamo qui con don Ciotti presidente è fondatore
dell’associazione LIBERA che si è occupata in questi anni di gestire
è promuovere attività all’ interno di beni sequestrati a “cosa
nostra”. Quali sono i principali obbiettivi di Libera ?
Beh.. libera è un associazione, un coordinamento di 1600 grandi
organizzazioni a livello nazionale in Italia e con una rete anche a
livello Europeo, che si propone come obbiettivo principale la
vicinanza familiare alle vittime di mafia e il grande impegno nelle
scuole e nelle università quindi la sfida culturale e i percorsi
educativi. Il terzo grande obbiettivo è stata la raccolta di
96.000.000.00 di firme per dare continuità alla legge di Pio La
Torre (che prevede il sequestro dei beni appartenuti ai mafiosi) ed
al quale noi di Libera abbiamo aggiunto una variante che prevede
l’utilizzo sociale di questi beni. Quindi ci impegniamo per trovare
delle cooperative autonome che costruiscono un loro percorso ed
offrono delle opportunità di libertà lavorativa per tanti giovani.
Oggi è possibile andare in giro per le botteghe del mercato equo e
solidale in Italia e trovare i nostri prodotti che sono simbolo di
legalità ,di diritti, di doveri e di un mercato libero.
Due domande,Come nasce la vostra associazione è qual è
l’attività economica frutto dei beni sequestrati, che ne ha dato
maggior risalto?
Libera nasce dopo le stragi di Capaci e via D’Amelio, quindi dopo la
morte dei magistrati Giovanni Falcone e Paolo Borsellino e le loro
scorte, tutta gente con le loro storie e i loro sacrifici, tutta
gente che si è sacrificata per la libertà e la democrazia del nostro
paese e non dobbiamo dimenticare questo. Abbiamo preso coscienza che
il miglior modo di fare memoria è quello di impegnarci di più tutti.
Abbiamo capito che soprattutto la confisca dei patrimoni ai mafiosi
li manda più in difficoltà ed è per questo che abbiamo deciso di
raccogliere firme per confiscare loro i beni e si è cominciato a
fare questo percorso. Oggi una cosa positiva è l’agenzia nazionale
per i beni confiscati, portata avanti dal prefetto Caruso, anche se
ciò che sostengo personalmente è che bisogna fare di più tutti
quanti per rendere ancora più efficace questa legge, per restituire
alla collettività questi beni rendendoli utili.
Purtroppo questo non avviene del tutto oggi, perché una parte dei
beni confiscati che non possono essere destinati al momento attuale
(non destinati ma già confiscati), il 50% circa, sono sotto ipoteca
bancaria; una parte sono occupati, una parte hanno quote divise con
altri; sono dei nodi che devono essere sciolti, anche se
personalmente sostengo che quando si è riusciti ad avviare dei
percorsi si è dato alla gente un importante segno di cambiamento.
Don Cotti è i giovani. Alcool e droga, sono problemi legati
principalmente ai giovani. Cosa ha fatto la vostra associazione? Ha
creato un progetto per aiutare questi ragazzi disagiati?
Libera non è un’ associazione, bensì una associazione di
associazioni. Io personalmente appartengo al gruppo Abele da
quarantacinque anni, gruppo che ha sempre operato contro alcool,
droga, prostituzione e varie forme di dipendenza, quindi sono le
varie associazioni che devono continuare ad essere quello che sono e
portare il loro contributo; chi è impegnato nel sociale, chi per
l’ambiente, chi per i diritti, chi nella mondialità, tutti insieme
ci siamo coalizzati per un progetto di giustizia e di legalità nei
confronti delle persone. Molte associazioni che aderiscono a Libera
portano avanti questo impegno in contrasto con le varie forme di
marginalità e di esclusione, ma anche per responsabilizzare la
gente, per fare ritrovare loro la libertà, perchè chi è schiacciato
dalla droga non è una persona libera.
Si parlava di sociale, appunto. Come hanno mostrato i
recenti fatti di cronaca vi sono state varie forme di
discriminazione verso gli immigrati clandestini, la domanda che
sorge spontanea è: Cosa si può fare secondo lei per aiutare queste
persone che ancora oggi non possiedono la cittadinanza italiana?
Il problema dei flussi migratori è un problema mondiale, bisogna
fare in modo che le diversità non diventino avversità non diventino
rifiuto ,se c’è uno sgombero da fare nel nostro paese è proprio uno
sgombero mentale dei nostri pregiudizi delle nostre etichette dalle
semplificazioni. La strada è quella di includere e mai di escludere
le persone. Le città sicure sono le città che includono, che si
inventano di tutto mettendo insieme diritto ed accoglienza, e la
storia ci insegna che il rispetto delle regole e l’accoglienza delle
persone che arrivano anche da altri paesi, è possibile coniugarla e
viverla insieme.
La società italiana, secondo lei è veramente spaccata in due
come è stato affermato da Bossi o diversamente è unita, coesa e
fiera della propria unità nazionale?
Personalmente non so cosa aggiungere, dico solo che l’Italia ha
attraversato un momento di grande coma etico, vi sono vari problemi
tra i quali la mancanza di fondi per le fasce deboli, per i più
poveri,per gli ultimi. Ecco,c’è un momento molto difficile, molto
individualismo, molte forme di egoismo sociale, la nostra è una
società che deve interrogarsi e rimettere al primo posto il più
grande capitale che non è quello economico-finanziario ma è la
persona umana. Una società che deve attrezzarsi per rispondere ai
bisogni delle persone e i bisogni delle persone sono importanti e
fondamentali, incominciando dal lavoro, da una scuola che possa
funzionare, il sostegno alle famiglie; spesso ci perdiamo in tanti
discorsi e distogliamo l’attenzione dai bisogni primari, quali la
famiglia, la salute, creare delle condizioni di accessibilità a
tutti, una serie di servizi ,di spazi, di opportunità, la nostra è
una società che deve scommettere su questo, è anche una sfida
culturale ed educativa.
Si conclude qui la nostra intervista con queste semplici ma efficaci
domande, ringraziamo Don Ciotti anche a nome dello Strillone e
dell’Istituto Magistrale Regina Margherita.
Allora auguri allo Strillone, continuiamo a strillare insieme la
nostra voglia di libertà e di giustizia… … Però impegniamoci di più
tutti.
di Biondo Daniele 4°U