Questa
mattina abbiamo avuto, nel teatro del nostro liceo, un incontro
a tu per tu con uno dei più rappresentativi giornalisti
‘giornalisti’ di Palermo, ovvero Salvo Palazzolo.
Egli, presentandoci il suo libro ”I pezzi mancanti – viaggio nei
misteri della mafia”, ha suscitato in noi la voglia di scoperta
verso le verità, ancora nascoste e un senso di curiosità verso la
ricerca dei perché dei crimini, discutendo uno degli argomenti più
trattati nei giorni nostri e nella città di Palermo, quello della
mafia.
Innanzitutto la voglia di raccontare una storia deve partire dal
presupposto che il sorriso presente in noi sia in grado di dare un
filo alle nostre idee che si tramandano di storia in storia; questo
comporterebbe quindi il nostro successo tramite le storie che
raccontiamo oggi. Sì, perché è per l’oggi che noi raccontiamo, per
la nostra storia che noi ricerchiamo le verità nascoste, per la
responsabilità che tutto ciò avvenga in noi.
Si è parlato anche dei ruoli di ognuno nella società, come la
presenza di gente che non è nè “bianca” nè “nera” , bensì “grigia”.
Grigia perché, non avendo un ruolo ben preciso, non decide o almeno
è brava a giocare ad essere sia bianca che nera.
Uno dei punti più toccanti dell’incontro è stato quando si è
discusso sul modo con cui è stata gestita l’analisi dei casi
dell’attentato al giudice Paolo Borsellino e dell’omicidio di
Peppino Impastato.
Infatti Palazzolo è riuscito a suscitare in noi il desiderio di
capire perché un carabiniere si trovasse nella scena del crimine per
recuperare la borsa contenente l’agenda di Borsellino, scomparendo
in seguito e perché Peppino Impastato non è stato mai ricordato da
vero eroe come tanti altri.
Ecco questa mattinata, all’insegna del raccontarci per migliorare o
comunque presentarci un mondo diverso, è stata percepita da tutti
come un segno di speranza e di fiducia nelle istituzioni e, perché
no, nel giornalismo.
Inventario delle
prove scomparse a Palermo
Giovanni Marchese II U