Non
è facile essere entusiasti di un traguardo tanto grande quanto
quello raggiunto con il 150° anniversario dell'Unità d'Italia. Forse
perché l'idea che il nostro possa essere un
paese unito non si è mai sentita.
Già in passato l'Italia è stata terra di piccoli imperi, ognuno
indipendentemente organizzato rispetto all'altro, accomunati, però,
dalla lingua, dalla storia, dalla cultura, ecc. In seguito alla
batosta delle due guerre mondiali è arrivato lo spirito patriottico
e nazionalista che ancora oggi, almeno in parte o almeno per me, ci
appartiene. Da qui l'Italia si evolve, diventa la patria di un
popolo italiano che, grazie alla sua creatività, alla sua voglia di
iniziativa e al suo entusiasmo sviluppa un operato che produceva e
produce tutt'ora. Nonostante ciò, il nostro è un paese “dilaniato”
dai capricci di uomini malvagi che
sfruttano i loro concittadini per
arrivare a scopi propri. Ci riferiamo allora a Cosa Nostra, alla
'Ndrangheta, alla Camorra, all'Anonima Sarda, ecc. Ciò che risulta
sconcertante è che la lista, ahimè, potrebbe continuare e
continuare! Credo, comunque, che il poco entusiasmo in relazione
all'Unità d'Italia sia dovuto anche all'elevato numero di immigrati
presenti nel nostro territorio. Personalmente sono convinta che
l'immigrazione non sia una tematica futile, anzi, bisogna agire nei
suoi confronti con adeguata determinazione. E poi perchè altri Stati
europei (ad esempio la Francia) riescono a diminuire il numero di
stranieri nel loro territorio e l'Italia no? Come si può essere
fieri del proprio paese quando questo non appartiene più ai suoi
cittadini? Sono d'accordo con Massimo D'Azeglio quando afferma
:”Fatta l'Italia, facciamo gli Italiani”. E concordo con Mussolini
quando fermamente dice :”Noi vogliamo che l'Italia sia grande, sia
sicura, sia temuta!”. E concordo anche quando sostiene che :”Unica è
la fede : l'amore di patria, unica è la volontà : fare grande il
popolo italiano”.
Giada Piredda IIIE
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