La guerra è inevitabile?

Cosa succederebbe se una buona parte degli africani decidesse di emigrare nel nostro paese?
In questo periodo, ricco di cambiamenti epocali e di sollevazione generale di diversi popoli africani, stiamo assistendo ad una grande invasione di nordafricani che cercano una vita migliore nei paesi europei. Purtroppo noi non possiamo offrire a queste popolazioni povere e stanche tutto l'aiuto di cui avrebbero bisogno.
Questo è un problema molto serio e la guerra in corso (perché è guerra!) contro la Libia, non migliorerà la situazione attuale e molto presto dovremo fare i conti con un’emergenza migratoria più pesante e con gravi conseguenze di sicurezza.
Bisogna però osservare che l'Italia potrebbe dare l'impressione di aver tradito ancora una volta i propri alleati, in questo caso i libici, con i quali avevamo stretto un patto di amicizia. L’Italia, “paese amico”, che aveva stipulato un accordo con Gheddafi, certamente non condiviso da tutti gli italiani, prima avrebbe dovuto proporre un patto di pace con un invito a cessare il fuoco e forse soltanto dopo, in caso di rifiuto, allearsi con i paesi che attualmente stanno attaccando la Libia.
Non siamo più capaci di raggiungere accordi per ottenere la pace. Evidentemente gli interessi in gioco sono altri: di tipo economico e per la colonizzazione dei territori ricchi di petrolio. Va bene, l’Italia ha dato gli spazi aerei, rifugio e le basi. Ma secondo voi che dovrebbe fare? Partecipare attivamente o no? forse è meglio che il nostro paese ne resti fuori. Andare a partecipare ad altre azioni – forse perdenti – alle porte di casa, beh, proprio no. L’Afghanistan è lontano, la guerra lì è una guerra persa, ma è lì.
La Libia sta qui, di fronte a noi. Proprio alle porte di casa. Aiutare sì. Ma suicidarsi no.

Rosi Mercurio e Valentina Davì III U