Era il 12 maggio 2012, quando io e i miei compagni stavamo andando a fare il
nostro viaggio d’istruzione nel parco nazionale del Vesuvio, precisamente nella
Valle dell’Inferno.
Vedemmo tanti siti importanti, tra questi anche la colata
lavica del 1944. Dopo circa trenta minuti, mentre seguivamo le spiegazioni della
guida, vi fu un avvenimento molto singolare: tutta la fauna del parco era in
movimento, come se stesse scappando da qualcuno o qualcosa.
Tutti noi, ignari
del pericolo, ci fermammo a osservare e fotografare tutti gli animali; c’erano
uccelli di razze diverse, cinghiali e cervi, tutti in fuga.
Successivamente, nell’aria rilevammo un pesante odore di zolfo, come se fossimo
nel regno degli inferi.
Io e miei compagni, allora, iniziammo a fare le prime
battute :“ora si apre una frattura nel terreno e spunta il diavolo!”
oppure “ragazzi preparatevi!
L’ apocalisse è su di noi!!”
Scusate, non mi sono presentato. Mi chiamo Fulvio
Costa, ho 17 anni e frequento il IV anno del Liceo Scientifico di Palermo
“Alessandro Volta”.
Ah già, dove eravamo rimasti? Ecco, sì.
Poco dopo le nostre
stupide battute vi fu un terremoto, breve ma intenso, seguito dall’improvvisa
esplosione del Vesuvio.
Eravamo molto impauriti. La professoressa svenne quando
vi fu il boato che precedette la prima esplosione, quando ci accorgemmo che si
trattava di un’ esplosione simile a quella che distrusse Pompei nel 79 d.C..
Iniziammo
a correre il più lontano possibile ma ciò non bastò.
Mentre correvo, inciampai
sulla radice di un albero, caddi a terra, ma mi rialzai e ricominciai a correre.
Mi colpì alle spalle una bomba vulcanica, non molto grande, che mi provocò gravi
danni alla schiena.
Mi accasciai a terra, mi si offuscò la vista, sentivo sempre
meno le urla dei miei compagni e pochi istanti dopo sentii un forte dolore.
Quando mi risvegliai, vidi i miei amici intorno a me.
Eravamo in un posto
veramente strano dove c’era caldo; successivamente incontrammo un uomo, davvero
gentile e simpatico, che ci accompagnò con la sua barca sull’altra sponda di un
fiume.
Il suo nome era Caronte.
Durante la traversata ci spiegò che eravamo
morti a causa dell’esplosione del Vesuvio e, inoltre, ci disse che non c’era da
preoccuparsi, perché ciò che si dice sulla terra dell’oltretomba non è
assolutamente vero.
Infatti è un posto meraviglioso, dove ci si diverte molto ed
è pieno di giovani (ovviamente morti). Inoltre c’è una specie di specchio che ti
mostra che cosa sta succedendo sulla terra; grazie a questo ho visto che, dopo
l’esplosione che mi uccise, tutto ciò che era nel raggio di circa 60 Km era stato
distrutto, come se fosse esplosa una bomba.
Non preoccupatevi, non ci siamo
fatti niente! Qui si sta veramente bene.
Forse ,l’unico problema è che la
professoressa è sempre qui con noi.
Un bacione a tutti dall’aldilà.
A cura di Matteo Di Fiore
IV R
SOMMARIO DEL 1°NUMERO
Editoriale | p. 1 |
Intervista al Dirigente Scolastico Gambino | p.2 |
Cultura e spettacoli Il concerto Scusa ma ti voglio sposare I Manga |
p. 3 |
Tendenze giovanili Moda Tendenze... di moda giovanile |
p. 4 |
Politica e scuola La scuola di Maria Stella : in corsa verso l'UE Concorso : l'ambiente, due città a confronto Un atto vandalico impedisce l’ingresso al “Guzzetta” |
p. 5 |
Cronaca Materie della maturità 2010 La violenza Piazza Pretoria |
p. 6 |
Sport La Pallamano Il taekwando La ginnastica ritmica |
p. 7 |
Scrittura creativa Era una serata tranquilla Ero lì Fuga dal Vesuvio L'angolo della poesia : Ricordi Scende la sera |
p. 8 |
Posta del Margherita Marzo : cammino per la Pasqua 'Na matìna A simàna tuoirta U mairterì |
p. 9 |