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Cambia la società, si degrada l'educazione.

Aristide GabelliStudiando il pedagogista  Gabelli, non si può fare  a meno di riflettere sul rapporto che pone tra scuola e società.
Rispetto alla società, la scuola cambia, con o senza riforme,  al passo con essa.
Si evolve il modo di pensare, cambiano i modelli, il modo di comunicare, il rispetto...è questo ciò che porta al degrado della scuola, della nostra scuola.
Oggi le nostre classi sono invase da adolescenti che giorno per giorno portano a termine il loro compito: portare all'esasperazione i professori, quei poveri professori impegnati a farci costruire un sapere che resterà per sempre nella nostra testa, perché ciò che si impara difficilmente lo si dimentica.
Purtroppo non tutti i professori sono disposti a fare questo, e lo stesso si può dire degli alunni, la maggior parte si recano a scuola considerandola soltanto una grande struttura in cui si passano tante ore con i compagni a ridere, scherzare e calpestare la stima di quelle strane creature che sono i professori.Alunno distrattoProfessore
Sono arrivata al quinto anno di liceo costruendo il mio carattere, confesso che anch'io,cari compagni, entrando nel grandioso mondo del liceo ero un'adolescente della portata che ho appena descritto, anch'io cercavo di calpestare i “poveri” professori. Giorno per giorno anzi, anno per anno ho cominciato a guardarli sotto un altro punto di vista; mi domandavo se in realtà il male lo facevo a loro o a me stessa ed è semplice indovinare la risposta, cosi sono cambiata, forse perché sono "diventata grande" ( anche se grandi non si è mai abbastanza), forse perché ho capito la vera importanza dell'educazione e dell'istruzione,che come leggiamo in Gabelli ci aiuta ad essere LIBERI e ci da l'opportunità di scegliere per noi stessi, per non permettere a nessuno di decidere per noi e io sarò fiera un giorno di poter fare tutto ciò.Disegno di una classe
Pochi giorni fa il nostro preside Guido Gambino ha invitato noi alunni del quinto anno ad una conferenza per riflettere sull'importanza dell'unità d'Italia (dato il corrente 150esimo anniversario) e sono rimasta un po' perplessa quando ci ha invitati a raggiungere i nostri compagni più piccoli e a chiarire loro le idee riguardo questo avvenimento. Invitandoci a fare questo, ci stimolava anche a rispondere alle domande che ci avrebbero proposto i nostri compagni più piccoli a riguardo. Questo ha suscitato in me molta perplessità e mi sono chiesta se tra i nostri compagni più piccoli ce ne sarebbe stato uno interessato a questo avvenimento...
Chiederò ai compagni che andranno nelle classi a chiarire qualsiasi dubbio sull'unità d'Italia , se ci sarà stato qualcuno che si sia domandato qualcosa; se la risposta sarà positiva, allora la mia teoria o meglio la mia convinzione (non voglio prendermi meriti che non ho) sarà falsa.

Noemi Cannata V sez.V






















disegno con snoopy the writer

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